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Opi Trento, lettera Assessora Segnana: criticità RSA

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Opi Trento, lettera Assessora Segnana: criticità RSA
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Il Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia Autonoma di Trento ha formalizzato con una lettera urgente, inviata all’Assessora Segnana il 12.12.2020, le criticità relative alle dotazioni infermieristiche nelle RSA.

“Gentile Assessora Stefania Segnana,
con la presente lo scrivente Ordine, in qualità di Ente sussidiario dello Stato, intende formalizzare quanto Le è stato rappresentato verbalmente nel corso della telefonata intercorsa giovedì u.s. da parte del sottoscritto Presidente in merito alla gravissima situazione che pone a rischio la sicurezza degli ospiti nelle RSA.

L’Ordine esplicita stupore e rammarico per l’assenza di fatti concreti, a fronte delle lettere inviate alla Sua attenzione, anche prima della pandemia; che ponevano, nell’interesse esclusivo di un’assistenza sanitaria sicura e di qualità agli ospiti, la tematica degli standard infermieristici sottodimensionati nelle RSA con relative proposte.

Con la pandemia, la necessità di competenze sanitarie infermieristiche e mediche è aumentata in modo esponenziale; complice l’instabilità clinica di molti ospiti che oltre ad essere anziani e fragili sono ammalati di CoViD-19.

L’Ordine sta ricevendo segnalazioni dagli infermieri in merito a situazioni gravi sul piano della sicurezza nelle RSA e nelle “RSA CoViD”. Relativamente a queste ultime non risulta allo scrivente Ordine che siano stati definiti ad oggi standard infermieristici e medici specifici per l’assistenza di ospiti in fase acuta/subacuta di malattia CoViD-19. Gli standard quanti-qualitativi di personale sanitario e di supporto qualificato devono essere definiti sulla base del criterio guida irrinunciabile della complessità e criticità dei bisogni dei pazienti. Considerare come criterio esclusivamente il setting di cura è fuorviante.


Nella struttura RSA CoViD di Volano, ad esempio, le allarmanti segnalazioni recentemente pervenute all’Ordine ci fanno ritenere che la dotazione di infermieri e medici sia gravemente insufficiente e pertanto pericolosa rispetto alle necessità degli ospiti. Gli infermieri stanno svolgendo assistenza e realizzando cure in condizioni non accettabili sul piano della sicurezza degli assistiti e della dignità della nostra professione.

Nello specifico sono previsti 3 infermieri sul turno diurno e 1 sul turno notturno, entrambi di 12 ore; con la responsabilità dell’assistenza di 80 ospiti acuti a bassa, media e alta intensità assistenziale (oggi apprendiamo 60, ma sempre un numero non accettabile per un solo infermiere).

Assistere questa tipologia di ospiti, per definizione instabili, richiede competenze sanitarie infermieristiche per garantire un monitoraggio costante e un sostegno dei sintomi che possono peggiorare repentinamente; per somministrare terapie complesse, per garantire presenza e sorveglianza durante le attività assistenziali in quanto la fase acuta può determinare destabilizzazione della situazione (es. durante l’alimentazione o la mobilizzazione), per dedicare tempo di relazione agli ospiti che sono “soli” privati dagli affetti più cari anche nelle ultime ore di vita, per garantire continuità assistenziale attraverso momenti strutturati di confronto fra i professionisti.

Preme inoltre precisare che l’assistenza infermieristica non è delegabile a nessun’altra figura professionale sanitaria e non, diversamente si configurerebbe come abuso di professione infermieristica.

Alla luce di quanto sopra esposto, si chiede un urgente intervento a tutela della salute degli ospiti.

Il Presidente Dott. Daniel Pedrotti”

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