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Opi BAT on TV: conseguenze delle dipendenze patologiche. Il ruolo degli infermieri

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Opi BAT 7.0: Conseguenze delle DIPENDENZE PATOLOGICHE. Il RUOLO DEGLI INFERMIERI
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Si è tenuto martedi 12 Febbraio 2019 il ricorrente appuntamento televisivo dell’Ordine degli Infermieri della Bat (OPI BAT) alla trasmissione televisiva “Casa Serena” condotta da Serena SGUERA, su Teleregione, Canale 14 del DDT

Il tema è incentrato sulle conseguenze delle dipendenze patologiche. Ospiti in studio il Dott. Michele CALABRESE in rappresentanza OPI BAT ed il Coordinatore Infermieristico del SER-D di Trani (ASL BAT) dott. Tommaso GAROFOLI.

Negli ultimi anni, l’attenzione di molti clinici e ricercatori è stata focalizzata sulla comorbilità psichiatrica presente tra coloro i quali fanno abuso di sostanze o comportamenti devianti.

Tra i tossicodipendenti, ad esempio, nell’ipotesi che le farmaco-tossicodipendenze potessero rappresentare una sorta di “auto-medicazione”, gli approcci terapeutico -metodologici risolutivi risulterebbero essere inficiati non solo dalla scarsa compliance del paziente ma anche dai messaggi provenienti dai mass media.

Le piccole evasioni, soprattutto nei giovani adolescenti (VEDI articolo), possono sfociare in dipendenze e determinare dicotomiche tipologie di condizioni. L’alterazione di un comportamento che diviene man mano una abitudine patologica

Le più comuni sono quelle legate all’uso di sostanze stupefacenti e al gioco d’azzardo, molto diffuse anche tra gli adulti. Ma non bisogna sottovalutare anche quelle cosiddette “nuove”, che stanno prendendo piede ultimamente e che sono legate all’innovazione tecnologica, come il cosiddetto Internet addiction Disorder.

Da un’indagine di letteratura bianca sono emerse cinque tipologie di dipendenze che vanno a connotare l’apice della piramide, quasi a parimerito:

  1. La tossicodipendenza e l’abuso di sostanze stupefacenti,
  2. la pornodipendenza: quando il sesso diventa ossessione,
  3. la dipendenza da gioco l’azzardo,
  4. la dipendenza da cibo,
  5. incubo anoressia e bulimia.

Quindi una dipendenza può essere sia fisica che psicologica.

Nel primo caso, l’organismo della persona che fa abuso di una sostanza aumenta la sua soglia di tolleranza e necessita di dosi sempre maggiori per poter ottenere lo stesso effetto; manifestando, in caso contrario, chiari sintomi di astinenza, come sudorazione e dolori gastro-intestinali, irascibilità, violenza, inappetenza, insonnia, disturbi dell’umore.

Nel secondo caso, invece, talvolta associata anche al malessere corporeo, si è sopraffatti dal desiderio di fare uso della sostanza e non se ne riesce a fare a meno. L’oggetto di questa fantasia può essere l’alcol, la droga, il gioco d’azzardo, il cibo o anche Internet.

Le caratteristiche comuni che possono aiutare ad identificarle sono, ad esempio:

  1. l’incapacità della persona dipendente di portare a termine i propri compiti,
  2. l’uso continuativo della sostanza nel tempo,
  3. il ritiro dalla vita famigliare e sociale per poter soddisfare la propria esigenza e la non ammissione del problema.

Numerosi sono gli effetti negativi sulla salute che possono portare questi comportamenti, tra cui depressione, Aids, epatite, cirrosi epatica e cancro, suicidio.

Quella del gioco d’azzardo, o ludodipendenza, è una delle prime forme di dipendenza non legata alla droga. Secondo dati recenti, soltanto in Italia ne soffrono quasi 700mila persone, per un giro di affari di 86 milioni di euro all’anno. In questo caso, giocare per poter vincere, soprattutto soldi, si trasforma in una ossessione, anche a dispetto delle ingenti somme di denaro che generalmente si rischia di perdere. Anzi, proprio l’eccitazione e il brivido legato alle grandi puntate sono alla base della dipendenza. Per questo, molti dei soggetti che ne soffrono sono spesso portati a pensare al suicidio. I sintomi sono gli stessi delle altre dipendenze, mentre tra le cause, oltre a fattori sociali e famigliari.

Tra i giovani vi è un nuovo disturbo che è rappresentato dalla dipendenza dal cibo, che si manifesta con la voglia irrefrenabile e compulsiva di mangiare senza sosta pietanze che provocano piacere, soddisfazione e felicità. In Italia sono più di tre milioni gli individui che convivono con questa patologia, di cui almeno due milioni sono adolescenti.

Proprio come succede per la droga, anche questo tipo di dipendenza può essere sia fisica che psicologica ed è legata soprattutto all’assunzione di cibi grassi, che aumentano il desiderio di assumerne sempre di più, come nel caso delle patine fritte. Attenzione anche a due comportamenti che sono considerati a tutti gli effetti disturbi legati al cibo: da un lato c’è l’anoressia, un disagio che impedisce alla persona di ingerire qualsiasi tipo di cibo e che nelle forme più gravi può portare anche alla morte, dall’altro la bulimia, per la quale un soggetto che ha ingurgitato grandi quantità di cibo ricorre a diversi metodi per non metabolizzarlo e quindi per non ingrassare, come il vomito autoindotto e l’intensa attività fisica.

Infine l’era digitale ha aperto nuove frontiere anche per quel che riguarda l’universo delle dipendenze, che non sono più solo rivolte a sostanze chimiche, come alcol e droga. Pertanto, si parla di Internet addicition Disorder quando l’oggetto della dipendenza è un’attività lecita o socialmente accettata, come condividere elementi sui propri social network e navigare sul web, che diventa una vera e propria ossessione.

Ciò implica, prima di tutto, quello che i giapponesi chiamano Hikikomori, cioè il ritiro sociale che deriva dall’uso distorto della Rete.

In questo modo il soggetto dipendente tende a vivere in un mondo parallelo e virtuale, che porta necessariamente ad una chiusura verso quello esterno e reale e in cui non c’è limite alla propria fantasia, superando di fatto un disagio materiale.


CALABRESE Michele

 

Fonte:

www.istat.it

salute.gov.com

 

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