Il Ministro Speranza ci dica quali sono i tempi e quando arriveranno le dosi sufficienti affinché il vaccino venga somministrato a tutti gli infermieri ed ai cittadini italiani»
Il Presidente del Sindacato: «Con le poche dosi a disposizione appena arrivate, mi sarei aspettato che la priorità nella vaccinazione simbolica fosse riservata agli infermieri ed ai professionisti che sono in prima linea.
Trovo singolare che i presidenti degli Ordini, ma anche altri rappresentanti del mondo politico o degli enti sanitari, si facciano fotografare; o che diffondano la loro immagine a mò di presunto buon esempio. Gli infermieri italiani ed i cittadini non hanno bisogno di kermesse in questo momento.
Le centinaia di morti che contiamo ancora di giorno in giorno non ci permettono di abbassare la guardia o di fare campagne meramente simboliche. Abbiamo bisogno di un crono-programma pubblico, gli infermieri e i cittadini, 62 milioni di italiani, hanno il diritto di sapere quali saranno i tempi per le loro vaccinazioni».
ROMA 28 DIC – «Anche in un momento così delicato, come quello dell’inizio simbolico della campagna di vaccinazione occorrerebbe avere già in mente un target di destinatari “strategico”. Per come la vediamo noi, le prime dosi di vaccino, proprio perché simboliche avrebbero dovuto interessare quelli che, prima di altri, devono essere protetti contro il rischio di infettarsi.
Insomma, ben vengano i Presidenti degli Ordini tra i primi destinatari, ma solo se operano come infermieri, in reparti Covid, o solo se corrono il rischio alla pari degli altri… Ci domandiamo quale sia, salvi i casi citati, lo stato d’animo degli infermieri italiani, già carichi di incertezze, mentre sperano che la campagna di vaccinazione vera e propria cominci davvero, di fronte all’immagine di un Presidente del loro Ordine o addirittura a quella della Presidente stessa della Federazione, che mostrano il proprio braccio pronto ad essere sottoposto all’iniezione, convinti di poter dare così il buon esempio alla comunità e al mondo sanitario.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani, dimostra a chiare lettere di non digerire quanto sta accadendo in queste ultime ore.
«Siamo un Paese davvero strano non c’è che dire, con uno strano modo di cogliere al volo l’occasione che ci viene offerta. In pieno lockwdown qui si attuano “campagne simboliche” nonostante si contino 62 milioni di italiani; e tra questi circa 253000 infermieri impegnati negli ospedali pubblici, che aspettano di ricevere la loro dose e che non hanno idea di quando tutto questo accadrà.
Nella realtà siamo ancora al punto zero. Ci dicano quale può essere l’effettivo beneficio per la collettività sociale “delle campagne simboliche”. Gli infermieri infermieri italiani non hanno bisogno di esempi di questo tipo, perché hanno professionalità e competenza, e sono ben consapevoli che sulle loro spalle pesa una duplice responsabilità, sia di tipo individuale che collettivo; e che sottoporsi alla vaccinazione è un’esigenza vitale. Sono tantissime le telefonate dei colleghi che ci chiedono quando arriverà la dose di vaccino, e nessuno di loro, almeno fino ad ora, ha mai messo in dubbio l’esigenza di vaccinarsi contro il Covid 19, anzi….
Come sindacato vogliamo sapere, ma non a spanne o grandi linee, quando le fiale arriveranno e quali sono i contingenti ed i relativi macrogruppi di destinatari. Chiediamo una seria pianificazione che consenta, prima di tutto, “la partenza di una vera campagna di massa”, perché è solo di quella che abbiamo bisogno prima possibile.
E in tutto questo, chiediamo, come è giusto ed opportuno, che il vaccino venga somministrato con ogni urgenza “agli operatori della sanità che lavorano al fronte” e che rischiano più di altri un contatto diretto con l’agente infettante.
Ci inorgoglisce, invece, venire a conoscenza che in queste ore, alla Camera è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo, come invocato dal nostro sindacato nelle tante battaglie portate avanti negli ultimi mesi, a valutare l’opportunità di emanare una norma che consenta di estendere il diritto della libera professione agli infermieri e alle altre professioni sanitarie.
E siamo anche soddisfatti che l’oggetto delle nostre richieste al Presidente della Commissione Bilancio sia stato approvato, cioè il riconoscimento di una indennità destinata ai colleghi delle professioni sanitarie esclusi da quella riconosciuta agli infermieri, con uno stanziamento di 100 milioni. Un altro traguardo raggiunto, per chi come noi, aveva calcato la mano sul fatto che nuovi fondi a favore delle altre categorie dovevano essere erogate a parte, come sta avvenendo, senza toccare i fondi stanziati per gli infermieri.
Se tutto questo verrà confermato in Senato, avremo portato a segno un’altra piccola grande vittoria, dopo quella dell’ottenimento dell’indennità professionale specifica per gli infermieri, che colloca il senso delle nostre lotte in una situazione molto diversa rispetto a quella di inizio anno.
Alcuni successi in poche ore, a dimostrazione che qualcosa sta realmente cambiando nel mondo sanitario, e per questa ragione sentiamo di doverci indignare e arrabbiare quando si sprecano occasioni preziose come quella dei vaccini per fare campagne simboliche.
Noi non smetteremo mai di combattere: per gli infermieri e per i cittadini!»
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