Ancora una volta siamo costretti a sottolineare la necessità urgentissima di un’azione più lungimirante ed incisiva sulle assunzioni da parte della Regione e, a cascata, delle aziende sanitarie in Piemonte. Ciò, per evitare situazioni di estrema difficoltà che possono sfociare in un accorpamento o diminuzione dei servizi. Per moltissime aziende sanitarie, a Torino e nelle altre provincie, le graduatorie in cui pescare professionisti della sanità da assumere sono esaurite da tempo. Il bando del nuovo concorso regionale è ancora lontano e la situazione del personale è sempre a livello di crisi per quel che riguarda le reali necessità rispetto ai servizi da erogare.
Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, ribadisce da mesi la necessità di fare assunzioni a tempo determinato, in attesa del concorso, a 36 mesi. Molte aziende, invece, hanno avviato la ricerca di personale con contratti da 3 – 6 mesi. Inaccettabili e anche, in certe situazioni, controproducenti, vista la continua necessità da parte dei colleghi di formare personale nuovo, sulle procedure e le necessità dei reparti, che cambia velocemente con la scadenza brevissima dei contratti che viene loro offerta.
È imperativo che la Regione faccia in modo che le aziende inizino ad utilizzare contratti a 36 mesi, e ciò vale per gli infermieri, per già Oss e per tutte le altre figure professionali della sanità.
Il Segretario regionale del Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, sottolinea: “Alla carenza di personale storica della nostra regione, oggi, si somma quella derivata dalle sospensioni legate al D.L. 44/2021 che proseguono. In taluni casi queste professionalità sono state sostituite, in molti altri no. Oggi, come sappiamo e abbiamo già più volte ripetuto, mancano almeno 4000 infermieri in Piemonte. La soluzione per questa necessità di Infermieri, Oss e Professionisti della sanità, non sono i contrattini da 3 o 6 mesi. La via maestra – prosegue Delli Carri – è ovviamente un nuovo bando di assunzioni a tempo indeterminato, che la Regione deve bandire in modo da creare graduatorie adeguate per tutte le aziende. Ma, nell’attesa del bando, che tra burocrazia e sviluppo, farà passare ancora molti mesi, chiediamo che la Regione faccia in modo che le aziende diano seguito a contratti a tempo determinato di almeno 36 mesi. Questa è l’unica soluzione per creare un minimo di stabilità, dando ossigeno al sistema, con l’immissione di figure professionali che avrebbero a questo modo il tempo di crearsi quel tessuto di esperienza che è fondamentale per far funzionare strutture, reparti, aziende e ospedali. Altre soluzioni, invece, come appunto i contratti brevissimi, vanno a creare più problemi di quelli che dovrebbero essere risolti, mettendo in seria difficoltà le aziende sanitarie con il rischio di minare l’erogazione dei servizi che in certe realtà già vengono accorpati per carenza di personale. Questa situazione, in assenza di un intervento strutturato come abbiamo descritto, potrebbe davvero condurre ad un irreversibile crash del sistema sanitario”.
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