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Nursing Up al ministro Grillo: “Nessuna riforma senza coinvolgere gli infermieri”

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Nursing Up: "Grande adesione allo sciopero. Avanti con la lotta contro il Ccnl"
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura del sindacato di categoria.

“Il Nursing Up accoglie le linee di indirizzo del ministero della Salute illustrate dal ministro Giulia Grillo al Parlamento, linee tese a rimettere in sesto il Servizio sanitario nazionale con un occhio di riguardo proprio alle professioni che in esso operano. Un progetto che attendevamo da tempo e che abbiamo più volte evocato, sottolineando peraltro l’inadeguatezza del Fondo sanitario nazionale cui si attingono le risorse. Ma ciò avvenga non senza interpellare gli infermieri italiani, che conoscono e vivono ogni giorno la realtà sanitaria del Paese, anche con gravi conseguenze dovute alle sempre più frequenti aggressioni al personale e alle carenze strutturali del sistema”. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, commenta l’audizione del ministro della Salute presso le Commissioni riunite Affari Sociali e Sanità di Camera e Senato.

Apprezziamo la volontà del dicastero di intervenire sulle gravi carenze del Ssn con adeguate risorse, ed è benvenuta ovviamente la lotta a sprechi e inefficienze che gli infermieri italiani conoscono molto bene, avendola ingaggiata in prima persona ogni giorno nelle strutture sanitarie, dove vivono sulla loro pelle il dramma delle liste d’attesa sempre più lunghe, a detrimento della qualità dei servizi prestati ai cittadini. Per tale ragione, accogliamo con entusiasmo lo strumento dell’informatizzazione, affinché venga reso più trasparente il sistema, e anche la riforma della formazione post-laurea, fermo restando che la professionalità degli infermieri è già da lungo tempo sostenuta da percorsi universitari e specialistici che nulla hanno da invidiare a quelli intrapresi dai medici.

Alla luce di quanto poc’anzi spiegato, intendiamo richiamare l’attenzione del ministro sulle condizioni di lavoro di una categoria, formata da circa 447mila infermieri, di cui circa 270 mila dipendenti della pubblica amministrazione. Un numero che avrebbe dovuto essere di gran lunga superiore, se non ci fosse stato il blocco del turnover, che la politica dei tagli alla sanità ha imposto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una situazione emergenziale della macchina sanitaria che porta a chiusure estive di interi reparti, operazioni programmate che slittano a settembre, oltre alle già citate liste d’attesa di mesi e mesi.

Ma non è finito l’elenco delle criticità, perché si registra l’aumento di giorno in giorno delle aggressioni al personale sanitario. Un fenomeno odioso, ma rappresentativo della situazione di pericolo in cui operano gli infermieri quotidianamente. A tal proposito, accogliamo fiduciosi l’annuncio del ministro Grillo di aver insediato lo scorso 3 luglio il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ma soprattutto attendiamo il disegno di legge contro la violenza, che ha allo studio con il ministero della Giustizia.

Aspettando di conoscere in concreto i dettagli delle proposte, richiamiamo l’attenzione ancora una volta sul deludente rinnovo contrattuale, che dopo nove anni di attesa non ci ha riconosciuto: dignità professionale e valorizzazione delle competenze, sia dal punto di vista economico che giuridico; il passaggio di categoria da D a DS (gli infermieri sono laureati); l’aumento sulle indennità ferme alla lira (un infermiere prende poco più di 2 euro l’ora durante il periodo che va dalle 22 alle 6 del mattino); l’eliminazione della deroga al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 per la pronta disponibilità passiva prevista dalla normativa europea (con pericolose ricadute sulla sicurezza delle prestazioni); il diritto di svolgere attività libero-professionale, anche con modalità analoghe a quelle previste per il personale medico; 4 ore settimanali per l’aggiornamento professionale (come già avviene per i medici); direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività, come per il privato.

Conclude De Palma: “In attesa di poter verificare che la prossima Legge di bilancio sia coerente con le linee programmatiche esposte, il Nursing Up rinnova la propria disponibilità a contribuire a questo progetto di cambiamento, affinché ritorni prioritario il tema della sanità pubblica, che investe il bene comune più di ogni altro. Segno irrefutabile di un Paese che si definisce civile, ritornino al centro dell’agenda politica il diritto alla salute dei cittadini e la valorizzazione del lavoro di tutte le professionalità coinvolte, in particolar modo quella vessata e vilipesa degli infermieri italiani”.

Redazione Nurse Times

 

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