Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, commenta i dati sulle iscrizioni alla facoltà di Infermieristica: “Se mancano gli infermieri, gli ospedali chiudono. La ricetta è una sola: prevedere da un lato aumenti di stipendio e dall’altro maggiore autonomia professionale”.
“Non ci consola affatto dire oggi che siamo stati facili profeti nel lanciare l’allarme sul sempre minore appeal che esercita la professione di infermiere. Anche quest’anno il calo delle domande di accesso ai corsi di laurea in Infermieristica è drammatico, ma purtroppo è solo la prova di quanto noi da tempo tocchiamo con mano nelle strutture sanitarie. Solo che la presa d’atto non basta. Senza un intervento immediato salta in aria l’intero Ssn. È inutile girarci intorno: se mancano gli infermieri, gli ospedali chiudono”. A dirlo è Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, commentando i dati sulle iscrizioni agli atenei per le Professioni sanitarie.
“Mentre su Medicina, con 80mila domande su 20mila posti, le richieste delle Regioni vengono evase, per Infermieristica siamo lontani anche da qualsiasi soglia di sicurezza – continua il segretario Nursind -. Con circa 3mila domande in più rispetto ai posti messi a bando (19.860 posti e 22.870e domande, ndr), infatti, vuol dire che non si riuscirà neppure a coprire il turnover. Parliamo di una carenza stimata di 70mila unità, destinata solo ad aumentare”.
Il sindacalista rilancia: “Non c’è più fiato da sprecare, bisogna rendere più attraente la professione, e per farlo non occorre riunire un trust di cervelli alla ricerca di una formula magica. La ricetta è una sola: prevedere da un lato aumenti di stipendio e dall’altro maggiore autonomia professionale”.
Un tasto, quest’ultimo, sul quale Nursind insiste: “Non è possibile che le competenze acquisite con master e lauree specialistiche restino sulla carta e non si traducano nello svolgimento di attività che, tra l’altro, oberano il lavoro dei medici, dalla gestione dei codici bianchi nei pronto soccorso alle medicazioni o prescrizione dei presidi utilizzati dall’infermiere stesso”.
Il Nursind, quindi, lancia un appello chiaro a Governo e Parlamento: “Quello che noi chiediamo è di modificare le regole di esercizio delle professioni sanitarie, che sono ferme al secolo scorso. La sanità, nel corso degli ultimi decenni, è cambiata ed è inconcepibile che il lavoro dei suoi professionisti non sia al passo coi tempi”.
Redazione Nurse Times
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