“La misura è colma ed è arrivato il momento di smascherare le contraddizioni di un Governo che da un lato, per bocca del ministro Schillaci, ammette la gravità della questione infermieristica, e dall’altro non va oltre vuote dichiarazioni”. Con queste parole Andrea Bottega (foto), segretario nazionale del sindacato Nursind, annuncia lo stato di agitazione di tutto il personale del comparto, prefigurando “lo sciopero in autunno”.
“La mancata attenzione riservata agli infermieri nel decreto liste d’attesa, licenziato dal Senato e ora all’esame della Camera, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso – spiega il segretario Nursind -. Questo provvedimento, infatti, poteva essere l’occasione giusta per l’Esecutivo di dimostrare attenzione alla categoria. E invece le proposte di valorizzazione della professione, ampliandone le competenze, avanzate da diversi senatori, sono state irresponsabilmente respinte”.
Alla base della proclamazione dello stato d’agitazione, naturalmente, non c’è solo il decreto liste d’attesa: “Il Governo è in carica da 21 mesi – attacca segretario Nursind -. Un lasso di tempo abbastanza lungo, durante il quale, tuttavia, se qualche piccolo risultato i medici lo hanno portato a casa, nulla è stato fatto per gli infermieri. Che senso ha. allora. riconoscere a parole che la vera emergenza in Italia è rappresentata dalla carenza di professionisti ed è a aggravata dalla sempre minore attrattività della professione, se poi non si hanno la forza e la volontà per intervenire?”.
Sempre il segretario Nursind: “Nulla è stato fatto e neppure programmato, per esempio, contro il demansionamento, e nulla si intravede all’orizzonte a livello di risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto di comparto, nonostante l’impatto negli ultimi due anni dell’inflazione sui salari di una categoria già tra le meno pagate in Europa. E che dire, infine, dell’indifferenza da parte delle istituzioni rispetto a un tema altrettanto sentito come il mancato riconoscimento del lavoro infermieristico quale usurante?”.
Conclude il segretario Nursind: “Di fronte a dimissioni che crescono, a professionisti che abbandonano il Ssn e vanno a lavorare all’estero, ma soprattutto a giovani che, spaventati da turni massacranti, stipendi bassi e carichi di responsabilità non riconosciute, bypassano completamente l’idea di intraprendere la nostra carriera, lo stato d’agitazione è un atto di responsabilità. Tocca a noi, infatti, suonare la sveglia al Governo e metterlo in guardia sulle condizioni in cui versa il Servizio sanitario nazionale, che senza infermieri è destinato a franare. E non ci saranno professionisti dall’India in grado di fare da argine”.
Redazione Nurse Times
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