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Laureati nelle professioni sanitarie, l’occupazione è al 77%: sempre primi in classifica

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Domande di ammissione ai corsi di laurea magistrale delle Professioni sanitarie: aumento medio del 6,3%
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo di Angelo Mastrillo, docente in Organizzazione delle professioni sanitarie all’Università di Bologna s segretario della Conferenza nazionale dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie.

È quasi stabile, attorno al 77%, l’occupazione per l’area delle professioni sanitarie, che lo scorso anno era al 78%. Lo evidenzia il XXVI rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati.

Per i 16.242 laureati di primo livello delle 22 professioni sanitarie dell’anno 2022 (tabella 1), rispetto ai 12.331 laureati che hanno risposto all’indagine (75,9%), si registra un lieve calo della quota di occupati (sono 9.476), pari a -1,7 punti percentuali, essendo sceso al 76,8% rispetto al 78,5% dello scorso anno. È un calo minore rispetto al totale di tutti i 16 gruppi disciplinari, su cui il calo della quota di occupati è di -2,1 punti percentuali. Il totale dei laureati di primo livello dell’anno 2022 è di 153.909, di cui sono stati intervistati 113.811 (73,9%). Di questi, 43.817 sono occupati (38,5%).

Il numero di occupati è in calo rispetto allo scorso anno (-6,2 punti percentuali), quando i laureati erano 167.467, gli intervistati 115.006, e di questi, 46.714 occupati (40,6%). Il numero di occupati è in diminuzione in tutti i gruppi disciplinari, con l’unica eccezione del servizio sociale, che risulta invece in aumento di 2,1 punti percentuali: dal 43,5% dei laureati dell’anno 2021 al 45,7% attuale.

Per effetto di questi risultati si conferma ancora una volta, e solo per le professioni sanitarie, il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari. Ciò è legato anche all’elevata quota di quanti si inseriscono direttamente nel mercato del lavoro, rinviando quindi agli anni successivi e mentre lavorano di proseguire ulteriormente gli studi universitari. Resterebbe in ogni caso la diminuzione rispetto a 16 anni fa, di oltre -10 punti percentuali per il complesso dei laureati dell’area sanitaria. La quota di occupati a un anno dalla laurea passa dall’ 87,0% dei laureati del 2007 al 76,8% dei laureati del 2022 (tabella 2).

Inoltre la quota di occupati osservata sul complesso dell’area sanitaria è in calo di -1,7 punti percentuali, anche rispetto allo scorso anno: dal 78,5% del 2021 al già citato 76,8% del 2022. Tali tendenze assumono intensità differente nelle diverse aree. In dettaglio, per l’area infermieristica, -2,2 punti percentuali, anche rispetto allo scorso anno: dal 79,9% al 77,7%. Lieve calo anche per le professioni della riabilitazione, con -0,8 punti percentuali: dal 77,9% del 2021 al 77,1% del 2022. Per l’area tecnica risulta quasi stabile, con -0,2 punti percentuali: dal 74,1% al 73,9%. Il calo maggiore riguarda l’area della prevenzione, con -4,2 punti percentuali: dal 76,8% del 2021 al 72,6% del 2022. Lo scorso anno, al contrario, rilevava un aumento di +10,5 punti percentuali: dal 66,3% del 2020 al 76,8% del 2021.

Analisi fra le 22 professioni sanitarie

Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati AlmaLaurea dei laureati dell’anno 2022 (tabella 3), si rilevano per l’alto tasso occupazionale ai primi quattro posti e sopra la media del 76,8%: terapista neuro psicomotricità età evolutiva (81,1%), tecnico di neurofisiopatologia (81,0%), igienista dentale (80,7%) e fisioterapista (80,5%). A seguire, tecnico di radiologia con 78,6%, infermiere con 77,7%, ostetrica con 77,2%, logopedista con 76,9%. Agli ultimi cinque posti, sotto il 72%, si trovano: tecnico ortopedico con 69,0%, podologo con 66,7%, dietista con 57,5%, tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria con 57,4%, ortottista con 56,9%.

Se si guarda invece la media degli occupati di tutte le 22 professioni nel corso degli ultimi 16 anni, fra i laureati dal 2007 al 2022 abbiamo ai primi cinque posti: logopedista con 86%, igienista dentale con 85%, fisioterapista con 84%, tecnico audioprotesista 83% ed educatore professionale con 81%. A seguire, podologo con 79%, terapista neuro psicomotricità età evolutiva 78%, infermiere e tecnico ortopedico con 77%.

Sono sotto la media del 74% le restanti 13 professioni: terapista occupazionale con 73%, tecnico riabilitazione psichiatrica con 68%, infermiere pediatrico e assistente sanitario con 63%, tecnico radiologia con 62%, tecnico prevenzione con 60%, ortottista con 59%, tecnico audiometrista con 58%, dietista con 56%, tecnico di neurofisiopatologia con 55%. Agli ultimi tre posti figurano: ostetrica con 54%, tecnico di laboratorio con 51%, tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria con 41%.

Si tratta di valori medi pluriennali, che sono tuttavia parecchio diversi se confrontati con i dati dell’ultimo anno 2022. In conclusione, l’area delle professioni sanitarie continua a mantenere stabile al primo posto i livelli occupazionali, seppure con fluttuazioni nel corso degli anni.

Angelo Mastrillo

Ringraziamenti – Ringrazio per la disponibilità dei dati il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna e per la preziosa collaborazione Silvia Ghiselli, Claudia Girotti, Sara Binassi, e Daniela Perozzi dell’Ufficio Indagini e Statistiche del Consorzio stesso.

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