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Neanche ai medici piace l’emendamento all’articolo 33 del Ddl Bilancio: “Non è abbastanza. Confermato sciopero di gennaio”

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Neanche ai medici piace l'emendamento all'articolo 33 del Ddl Bilancio: "Non è abbastanza. Confermato sciopero di gennaio"
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Le dichiarazioni rilasciate all’Ansa da Pierino Di Silverio, segretario del sindacato Anaao Assomed, e Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo).

“Qualcosa è cambiato”, con l’emendamento all’articolo 33 della Legge di Bilancio, ma “non abbastanza”, secondo il sindacato dei medici e dirigenti sanitari italiani Anaao Assomed, che al momento conferma le giornate di sciopero previste a gennaio. “Mi sembra che si stiano facendo dei tentativi, ma il tempo passa e i problemi non si risolvono”, dice all’Ansa il segretario Pierino Di Silverio.

“Apprezziamo quanto è stato fatto in termini di intenzioni, ma non siamo vicini al traguardo e sarebbe utile aprire il confronto – aggiunge -. Per questo il ministero della Salute dovrebbe convocarci”. Le pensioni sono infatti soltanto uno dei quattro punti nodali nelle richiese dei medici relative alla Legge di Bilancio. Le altre riguardano l’assenza di uno stanziamento a favore del lavoro ordinario, lo stanziamento per il rinnovo del contratto e la depenalizzazione dell’atto medico.

“L’emendamento è una prima risposta da parte del Governo alle attese di medici e infermieri che andranno in pensione quest’anno, ma è auspicabile l’apertura di un confronto tra il ministero della Salute e i sindacati medici – dichiara, sempre all’Ansa, Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) -. I tagli non saranno applicati a tutti coloro che maturano i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2023, ai casi di cessazione del servizio per raggiunti limiti d’età o di servizio, per collocamento a riposo d’ufficio a causa dell’anzianità massima di servizio”.

Sempre Anelli: “In questo modo il Governo riconosce il valore dei diritti acquisiti e, conseguentemente, rinuncia alle penalizzazioni preannunciate. È un primo risultato, frutto dell’impegno del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e del sottosegretario Marcello Gemmato. Nessuna agevolazione è invece prevista per coloro che decideranno di andare in pensione anticipatamente. In questo caso, dal 2024, le decurtazioni sono confermate, ma il Governo ha individuato la modalità per attenuarle. Infatti, l’emendamento prevede una riduzione progressiva dei tagli, pari a un trentaseiesimo per ogni mese di posticipo all’accesso al pensionamento per medici e infermieri”.

E ancora: “Questo escamotage, che offre una soluzione al taglio delle pensioni, purtroppo non consente di trattare tutti i medici e gli infermieri alla stessa maniera. Infatti i professionisti che andranno in pensione quest’anno vedranno riconosciuti i loro diritti acquisit,i mentre quelli che andranno in pensione anticipata dal 2024 in poi vedranno i loro diritti pienamente riconosciuti solo se lavoreranno 36 mesi in più”.

Aggiunto Anelli: “Pur apprezzando il tentativo di trovare una soluzione al drammatico problema della carenza del personale sanitario, non è attraverso le penalizzazioni (il taglio delle pensioni) o il diverso trattamento degli stessi professionisti che si possono ottenere i risultati sperati. Meglio sarebbe individuare le risorse per eliminare il tetto per le assunzioni di nuovo personale. È auspicabile che le norme valgano alla stessa maniera per tutti.

Conclude Anelli: “Confidiamo nell’impegno del Governo per risolvere la questione e per rispondere alle attese dei medici relative alla Legge di Bilancio. Per questo auspichiamo l’apertura di un confronto tra il ministero della Salute e i sindacati medici”.

Redazione Nurse Times

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