È accaduto lunedì all’ospedale San Giovanni Bosco. L’Asl avvia un’indagine interna per fare luce sulla vicenda.
Mancano i chirurghi al Pronto soccorso e i medici chiamano le forze dell’ordine. È accaduto all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli e stavolta la telefonata al 113 non è stata fatta per difendersi da aggressioni o atti vandalici, ma per denunciare un’emergenza causata proprio dai camici bianchi.
I fatti risalgono alla tarda serata di lunedì, quando l’equipe di sanitari n servizio si è ritrovata a fronteggiare l’ennesima nottata di sovraffollamento, con un gran numero di pazienti traumatizzati e, soprattutto, senza i due chirurghi che normalmente affiancano i due medici internisti. La carenza di personale non è certo una novità per il presidio della Doganella, come per tutti gli ospedali dell’Asl Napoli 1. Ma quella sera, a orario di smonto dal pomeriggio, nessun chirurgo si è presentato per dare il cambio ai colleghi.
Erano le 20 e il Pronto soccorso scoppiava di ammalati, che aumentavano ora dopo ora, al punto che diventava sempre più complicato smaltire le visite e gestire i pazienti traumatizzati.
Per questo i sanitari non ci hanno pensato due volte e hanno chiesto aiuto alla polizia di Stato. Nel presidio in via Briganti è giunta una volante che ha constatato sia lo stato di sovraffollamento delle medicherie che l’assenza dei chirurghi, emergenza tamponata con la chiamata per reperibilità di un camice bianco preso in “prestito” dal reparto di Chirurgia, per una notte. Quando l’ordine è stato ristabilito, gli agenti sono andati via, ma il vero problema resta ancora da risolvere.
Ciò su cui puntano il dito molti sanitari è l’assenza della programmazione dei turni. Ed è proprio questo il motivo che avrebbe fatto scoppiare il caos lunedì sera, lasciando il Pronto soccorso sguarnito di chirurghi. In pratica, il 3 giugno, sin dal mattino, non era stata programmata l’assegnazione dei medici chirurghi che avrebbero dovuto coprire il turno di mattina, quello pomeridiano e la notte.
«Siamo di fronte a un’oggettiva incapacità dirigenziale, se per garantire la normale turnazione in un Pronto soccorso è necessario ricorrere alla polizia», dichiara Mario de Santis, consigliere regionale di Nursing Up Campania.
Se molti infermieri e medici hanno fatto fatica a inquadrare la telefonata alla polizia come un’azione a tutela dei dipendenti, la direzione ospedaliera non ha fatto mistero dell’esistenza di un problema oggettivo. «Si tratta di un problema endemico, che si trascina da tempo e riguarda la difficoltà nel programmare una turnazione dei chirurghi per mancanza di personale – chiarisce Vito Rago, direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni Bosco –. Abbiamo sette specialisti assegnati al Pronto soccorso e altri sei distribuiti nel presidio che utilizziamo anche nei turni del Pronto soccorso. La verità è che mancano questi medici e gestiamo la turnazione sempre con sacrifici e spirito di collaborazione dei colleghi».
Aggiunge Rao: «II problema è vero e persiste, ma vanno fatte delle precisazioni. Quel lunedì i turni di mattina e pomeriggio sono stati coperti da una chirurga di 67 anni che avrebbe dovuto farne solo uno, e si è spesa per 12 ore pur di tamponare l’emergenza, oltre al fatto che non è da considerare obbligatoria la presenza di questi specialisti quando ci sono i medici di accettazione, come in questo caso».
La direzione sanitaria, recentemente, ha emanato disposizioni interne per reperire il personale, invitando ogni reparto a fornire almeno tre nomi di medici a disposizione del Pronto soccorso per tutte le specialistiche, inclusa la Chirurgia, ma per vederci chiaro arriverà il nucleo ispettivo dell’Asl. Il commissario Ciro Verdoliva ha infatti avviato un’indagine interna per capire esattamente, ove mai ci fossero, responsabilità e mancanze riguardanti quella sera.
Redazione Nurse Times
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