La musicoterapia rientra nel complesso processo del prendersi cura del paziente e non solo del curarlo. All’ospedale di Paola è in corso il progetto “Musica in Terapia”, che si propone di utilizzare la Musicoterapia recettiva nella fase di somministrazione della terapia oncologica, fornendo ogni postazione di chemioterapia. Pubblichiamo,a tal proposito, l’articolo della dottoressa psicologa Michela Loiacono, che fa parte dell’equipe dell’Unità operativa di Oncologia dell’ospedale di Paola, diretta dal dottor Gianfranco Filippelli.
La musicoterapia per ridurre il dolore
Negli ultimi 15 anni sono stati pubblicati, vari studi riguardanti l’applicazione della Musicoterapia, e della Musicoterapia accostata alla visualizzazione di immagini, in campo oncologico. Essi hanno dimostrato che l’applicazione di tali metodi può determinare:
- la riduzione dei livelli di ansia e di stress (Benden, 2006);
- utilizzata insieme a farmaci antidolorifici, la riduzione dell’intensità globale di esperienza del dolore, tenuto conto dell’aspetto psichico legato alla percezione dello stimolo doloroso (Cepeda M.S., Carr D.B., Lan J., Alvarez H., 2006);
- il miglioramento del tono dell’umore (Siedliecki S.L., Good M., 2006);
- utilizzata insieme a farmaci antiemetici, l’aumento della compliance ai trattamenti antiblastici e l’attenuazione di vomito e nausea (Standley, Benden, 2006);
- la diminuzione della frequenza cardiaca e respiratoria e della pressione arteriosa (Evans, 2007):
- il miglioramento della qualità del sonno, e la riduzione delle difficoltà di addormentamento (Chan M.F., 2011);
- la riduzione della tensione muscolare ed il contemporaneo incremento della sensazione di rilassamento generale (Zhou K., Li X., Li J., Liu M., Dang S., Wang D., Xin X., 2014).
Il corpo umano è caratterizzato da una rete interdipendente di sistemi informazionali (genetico, immunologico, ormonale, psicologico, relazionale, sociale ecc.): la salute non è altro che il risultato della continua relazione e comunicazione tra questi elementi (Engel, 1985).
Secondo Gadamer (1994), la nuova cultura medica si focalizza più sul concetto di salute che su quello di malattia: la salute è quindi intesa come un ritmo vitale, un processo incessante che tende all’equilibrio: le condizioni di malattia costringono spesso il paziente a non dimenticare di essere una persona malata in una situazione di forte disagio e difficoltà. E’ proprio in questo modo che il paziente rischia di rimanere immobilizzato e sentirsi impotente.
Le linee guida Aiom in collaborazione con SIPO (ed. 2016), recependo le esperienze scientifiche e cliniche nonché le Linee Guida di stampo internazionale, inseriscono la Musicoterapia tra le terapie complementari da affiancare alla terapia oncologica ed al supporto psiconcologico: << Il report dell’Institute of Medicine (IOM) e le Linee Guida e le raccomandazioni per una buona pratica clinica disponibili in letteratura indicano l’importanza di integrare nella routine clinica interventi cognitivo-comportamentali, psicoterapia supportiva, familiare o di coppia e terapie integrative e complementari (es. terapie creative quali musicoterapia, danzaterapia, arteterapia, o altre tecniche psicoterapiche inquadrabili nell’ambito delle tecniche di medicina integrativa o complementare come la mindfullness) >> (Linee Guida Aiom, edizione 2016).
In oncologia le ricerche hanno verificato che la musicoterapia influenza positivamente i livelli di ansia, favorisce un miglior controllo del dolore e una migliore compliance ai trattamenti antiblastici (Updike, 1990; Aldridge, 1996; Standley, 1995; Wheeler, 2005).
Nella revisione della letteratura effettuata da Aldridge (1994), emergono evidenze a supporto degli interventi musicoterapici, con i quali si registrano significative riduzioni del vomito e una riduzione dell’esperienza di dolore accompagnata da sensazioni positive, sia di tipo sensoriale sia di tipo emotivo. Viene inoltre riscontrato un significativo calo del disagio fisico ed un innalzamento del tono dell’umore.
Gli studi scientifici dimostrano, inoltre, che la musicoterapia contribuisce ad aumentare la consapevolezza di sé passando dalle emozioni e permettendo un aumento del senso di autoefficacia e della sensazione di vitalità.
La musicoterapia, dunque, rientra in un complesso processo come quello del prendersi cura del paziente e non solo del curarlo.
Gli studi di neurobiologia confermano ulteriormente tali risultati, fornendo informazioni sui potenziali meccanismi attraverso i quali la musica influisce positivamente sulla persona: i dati di imaging funzionale hanno mostrato che l’ascolto della musica modula l’attività di più strutture limbiche e paralimbiche del cervello (striato ventrale compreso il nucleo accumbens), il mesencefalo dorsomediale, l’amigdala e l’ippocampo. Questa particolare distribuzione neuroanatomica colpisce per almeno due motivi: il primo è che le anomalie funzionali di queste stesse strutture sono implicate nella fisiopatologia del dolore, nell’ansia e nella depressione. Il secondo è che queste stesse strutture sono note per essere densamente popolate da recettori associati a dolore, ansia e depressione, vale a dire oppioidi endogeni (endorfine, encefaline, endomorfine responsabili di sensazioni di leggera euforia e del senso di benessere), GABA e dopamina.
La possibilità che la musicoterapia contribuisca alla riduzione di ansia, disturbi dell’umore e percezione delle sensazioni dolorose, è inoltre, importante, unita ad eventuali interventi psicoterapeutici, allo scopo di diminuire il ricorso a farmaci ansiolitici e/o antidepressivi e ciò è fortemente vantaggioso considerate le disfunzioni epato-renali che accompagnano spesso la condizione del malato oncologico.
Infine, l’utilizzo della musica in un ambiente come quello ospedaliero, associato dalla persona a stimoli dolorosi ed a situazioni ansiogene, può contribuire a rendere, appunto, tale ambiente più confortevole e rassicurante.
Il Progetto “Musica in Terapia” si propone di utilizzare la Musicoterapia recettiva nella fase di somministrazione della terapia oncologica, fornendo ogni postazione di chemioterapia, di un Tablet per l’utilizzo della Musicoterapia recettiva, eventualmente accostata alla visualizzazione di immagini positive (effetto sinestesia).
Abbiamo, inoltre, esteso l’impiego della musicoterapia recettiva anche alla procedura di impianto di catetere vascolare centrale (PICC) nell’ambulatorio dedicato (responsabile infermieristico dott. L. Aloia, infermieri impiantatori dottori S. Politano e A. Gallo), sempre allo scopo di ridurre lo stato di tensione emotiva, che il paziente può sperimentare di fronte alla necessità di sottoporsi a procedure mediche e infermieristiche, anche microinvasive.
Il Maestro Giuseppe Vessichio, noto Direttore d’Orchestra e Compositore, si è offerto, di contribuire in modo del tutto volontario e gratuito, alla realizzazione delle attività in oggetto, attraverso l’individuazione di brani musicali che rispondano ai criteri di organizzazione polifonica ritenuti unanimemente, all’interno della comunità scientifica, grazie alle sperimentazioni di cui sopra, in grado di suscitare gli effetti positivi di cui abbiamo già scritto.
Il maestro Vessicchio è stato coadiuvato dal Maestro Sonia Berardi, diplomata in Canto Lirico presso il Conservatorio di Vibo Valentia e Laureata in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), specializzanda in Musicoterapia presso la Scuola di Musicoterapia Pro Civitate Christiana di Assisi (Pg). Il contributo di entrambi i musicisti succitati è stato completamente gratuito e volontario.
Al fine di ottenere il maggior vantaggio possibile dall’applicazione di questa metodologia, i pazienti usufruiscono del costante supporto psicologico già disponibile all’interno dell’Unità Operativa nella persona della Dott.ssa Michela Loiacono, Dirigente Psicologo, ideatrice del Progetto “Musica in Terapia”.
Uno speciale ringraziamento va al Direttore di U.O., G. Filippelli, per l’attenzione costante verso le iniziative, proposte in ambito psiconcologico, nella direzione dell’umanizzazione delle cure mediche.
Prezioso, inoltre, è il lavoro di Equipe svolto da medici, infermieri, psiconcologo, nell’ottica del “ prendersi cura” della persona con cancro.
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