Le due infermiere erano state assolte in primo grado e condannate in appello per la morte in ospedale di Matteo Rosana, sette anni.
La Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva la responsabilità di due infermiere nell’incidente che nel 2008 portò alla morte del piccolo Matteo Rosana, sette anni, operato all’ospedale San Vincenzo di Taormina. Confermata, così, la decisione della Corte di Appello di Messina, che aveva affermato la colpa del personale ospedaliero ai soli fini civili, con conseguente condanna al risarcimento dei danni nei confronti dei genitori della vittima.
All’epoca dei fatti Matteo, che soffriva di una malformazione cardiaca congenita, fu ricoverato per un intervento chirurgico. Fino ad allora non si era mai sottoposto ad altre operazioni in emodinamica, nonostante il vice direttore sanitario avesse dichiarato il contrario.
L’intervento, eseguito il 22 ottobre, fu seguito da complicazioni nella notte tra il 28 e il 29 ottobre. I genitori di Matteo avrebbero più volte segnalato alle infermiere che il bambino stava peggiorando, manifestando sintomi allarmanti come tachicardia, dispnea e sudorazione, ma le due operatrici li rassicurarono sulla normalità della situazione.
La mattina del 29 ottobre fu necessario intervenire d’urgenza per drenare un versamento pericardico. ignorato dalle infermiere, ma ormai era troppo tardi e lo stesso giorno il bambino andò incontro a un arresto cardiaco fatale. La morte cerebrale fu confermata il 5 novembre.
Dopo l’assoluzione in primo grado da parte del Tribunale di Messina (2016) il giudizio di appello sancì la responsabilità del personale sanitario sotto accusa. Decisione ora confermata dalla Cassazione, che ha condannato le due infermiere per aver omesso di rilevare l’aggravarsi delle condizioni di Matteo nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2008.
Redazione Nurse Times
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