Era un vero e proprio lager, la Rsa abusiva allestita in un albergo dismesso di Gallico (Reggio Calabria), dove nel giugno scorso i carabinieri del Nas effettuarono un controllo, trovandosi di fronte a uno scenario raccapricciante: escrementi per terra e sui letti, pannoloni sporchi, resti di cibo e stoviglie usate.
A seguito dell’attività investigativa che ne seguì, denominata “Domus Aurea”, i militari diedero esecuzione a un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due coniugi che gestivano la Rsa, gravemente indiziati di maltrattamenti e abbandono di persone incapaci, con l’aggravante di aver causato lesioni personali. Oltre ai soggetti arrestati, sono stati deferiti per i medesimi reati tre operatori socio-sanitari.
Oltre 30 gli anziani ospitati nella Rsa, incapaci di provvedere a se stessi per vecchiaia e gravi patologie, costretti a vivere in condizioni di “drammatico degrado, abbandono e incuria”. Molti di loro erano affetti da scabbia, particolare che i gestori cercavano di celare vestendoli con abiti a maniche lunghe. Senza contare la situazione del locale utilizzato come cucina, dove furono trovati carne e uova in cattivo stato di conservazione, e quella della medicheria, dove molti farmaci risultavano scaduti.
Come se non bastasse, i carabinieri, grazie all’ausilio dell’Enel, riscontrarono che la Rsa abusiva era alimentata con un allaccio abusivo diretto alla rete elettrica pubblica. La raccolta di numerose testimonianze permise inoltre di accertare che i parenti degli anziani erano obbligati a preavvisare ai gestori delle eventuali visite e che gli incontri dovevano avvenire nella vecchia hall dell’albergo, con espresso divieto di accesso alle camere. Per assicurarsi un maggiore profitto, poi, i gestori avevano ridotto all’osso il personale, sia sanitario che delle pulizie.
Tra l’altro non erano nuovi a condotte analoghe. Tra il gennaio e il luglio 2020, i Nas avevano infatti già deferito i due coniugi per fatti simili, sequestrando ulteriori due strutture adibite a Rsa tra Reggio Calabria e Gambarie, anche queste prive di autorizzazione. Insomma, secondo gli inquirenti, il loro era un “preordinato e già sperimentato schema imprenditoriale” a discapito di anziani particolarmente fragili.
Redazione Nurse Times
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