L’anziana era stata ricoverata per effettuare riabilitazione a seguito di una frattura ossea, ma morì dopo una sola settimana dalla dimissione. I professionisti furono accusati di abbandono di incapace, di omissioni e di incuria
7 professionisti, 5 infermieri e 2 medici, erano finiti sotto processo in relazione al caso di una 97enne che, in data 26 agosto del 2013, fu dimessa dalla struttura Pio Albergo Trivulzio (Milano) con gravi lesioni da pressione e con un’infezione da larve di mosca carnaria a una gamba; condizione grave, che la uccise una settimana dopo.
Nella richiesta di rinvio a giudizio, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano aveva sostenuto che i professionisti avrebbero “abbandonato” la paziente, che a causa delle sue condizioni fisiche era “incapace per malattia a provvedere a se stessa”. Ma non solo: in concorso fra loro, i sanitari si sarebbero anche resi responsabili di “omissioni ed incuria”, talmente gravi da causare “l’aggravarsi delle lesioni da decubito presenti all’atto del ricovero, con l’insorgenza di ulteriori lesioni al ginocchio sinistro con la presenza di larve vive”.
Ora però, come riportato da Repubblica, sono stati tutti assolti: il giudice monocratico della prima sezione penale del Tribunale di Milano ha infatti pronunciato la sentenza con le formule “non aver commesso il fatto” per gli infermieri e “il fatto non sussiste” per il primario Paolo De Luca.
E pensare che il Pio Albergo Trivulzio, per l’episodio suddetto, punì quattro degli infermieri coinvolti con periodi di sospensione dal lavoro compresi fra 30 e 180 giorni…
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