La piccola ha accusato un malore dopo aver pranzato in mensa. Solo l’autopsia chiarirà le cause del decesso. La mamma: “Giustizia per mia figlia”.
Ha alzato le mani perché tutto d’un tratto non riusciva più a respirare. I suoi grandi occhi castani chiedevano aiuto con lo sguardo perché la voce non riusciva a uscire. Ha agitato le braccia perché qualcuno, lungo quel corridoio, si accorgesse di lei. Poi la piccola Alessia, 8 anni appena, è svenuta ed è caduta a terra. Il suo cuoricino ha smesso di battere e, nonostante una corsa disperata prima all‘ospedale di Monterotondo e poi al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, è morta ieri mattina poco dopo le 10. Una tragedia che si è consumata in una scuola dell’hinterland romano, l’istituto comprensivo eSpazia, e che potrebbe essere stata provocata da un boccone di cibo rimasto in gola.
«Mia figlia stava bene, non mi do pace per quello che è successo – racconta in lacrime mamma Laura -. I medici mi hanno detto che le hanno trovato qualcosa in gola. Non credo fosse carne perché non l’hanno mangiata, forse mozzarella o qualcos’altro. Ora voglio solo capire e trovare giustizia per mia figlia».
Qualcuno non è riuscito a soccorrerla? Le maestre non sapevano come praticare le manovre disostruttive? Tanti gli interrogativi ancora aperti. La Procura di Tivoli, che ha disposto l’autopsia sul corpo della piccola (l’esame sarà condotto nei prossimi giorni al Gemelli), ha aperto un fascicolo – per ora senza ipotesi di reato – delegando i carabinieri a compiere ulteriori indagini. Il caso è nelle mani del pubblico ministero Andrea Calice.
LA DINAMICA – È martedì e Alessia, insieme alle sue compagne di classe, ha appena finito di mangiare nella mensa della scuola. Sta tornando in classe, ma accusa un malore: non riesce più a respirare. Le maestre, come racconteranno poi, la soccorrono e chiamano il 118, che prima di arrivare sul posto indicherà loro via telefono i passi da seguire per cercare di rianimarla: come fare il massaggio cardiaco e come liberare la gola da possibili oggetti o residui di cibo.
Quando i sanitari entrano a scuola, trovano la piccola cianotica e priva di conoscenza. La rianimano meccanicamente e la intubano, trasportandola all’ospedale di Monterotondo. Il cuore di Alessia torna a battere, anche se le sue condizioni appaiono disperate. Per troppi minuti il suo cervello è rimasto senza ossigeno e, quando arriverà in elicottero a Roma, i medici che la prenderanno in carico capiranno subito che il quadro cerebrale è seriamente compromesso. Ma non si perdono d’animo, e con loro la famiglia di questa bambina che da anni vive a Monterotondo, dopo aver lasciato la Romania.
Le maestre della scuola sono state già ascoltate sommariamente dagli agenti della polizia locale di Monterotondo, che martedì sono intervenuti dal vicino Comando non appena hanno sentito il suono della sirena dell’ambulanza. Non è escluso che la piccola possa aver smesso di respirare per qualcosa che le si è fermato in gola, ma soltanto l’autopsia potrà chiarire le cause del decesso ed escludere, oppure accertare, che Alessia sia morta per altro. Per una reazione allergica, ad esempio, o per una crisi cardiocircolatoria, provocata forse da una malformazione di cui nessuno – nemmeno i suoi genitori – erano a conoscenza.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Messaggero
Lascia un commento