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Monitoraggio Lea 2023, la Lombardia scivola al settimo posto e il governatore Fontana attacca il ministero della Salute: “Classifica inaccettabile”

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Alla Lombardia non va giù la “retrocessione” dal quarto al settimo posto della classifica stilata dal ministero della Salute in base al monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza (Lea) per il 2023. Il governatore Attilio Fontana (foto) punta il dito contro gli indicatori utilizzati e si lancia in uno sfogo clamoroso, attaccando proprio il dicastero retto da Orazio Schillaci: “Sono cose assolutamente inaccettabili. I cervellotici parametri indicati non hanno niente a che vedere con il funzionamento della sanità e hanno l’obiettivo di penalizzarci. Sono tutte, se posso usare un termine giuridico, puttanate”.

Le recriminazioni della Lombardia

Fontana è convinto che gli indicatori vadano rivisti, perché basati su codici di diagnosi che ognuno interpreta in modo differente, come nel caso delle schede di dimissioni ospedaliere per ricoveri pediatrici dovuti ad asma e gastroenterite. La Regione Lombardia evidenzia che sono state esaminate 1.400 schede su 1 milione e 350mila ricoveri effettuati all’anno.

“Un dato mal codificato, non rappresentativo della reale capacità di gestione territoriale delle patologie pediatriche” che ha determinato una penalizzazione di 18 punti, con un effetto “distorsivo” sulla valutazione complessiva. Qualora le osservazioni della Lombardia fossero state accolte, fa notare Fontana, la Regione avrebbe mantenuto la quarta posizione o, potenzialmente, sarebbe salita al terzo posto.

Fontana ricorda inoltre come parallelamente al monitoraggio del ministero sia uscita la classifica della rivista Newsweek, che posiziona cinque ospedali della Lombardia tra i primi dieci e premia come migliore il Niguarda di Milano. “Uno dei due dice una puttanata”, attacca il governatore. E mette nel mirino i “burocrati” che hanno predisposto i parametri, facendo sapere che la Regione sta dialogando con il ministero affinché siano utilizzati “indicatori che rappresentano effettivamente la realtà.

La replica del ministero

Una presa di posizione “inopportuna e male indirizzata”, quella della Lombardia, per il ministero della Salute, che replica secco: “L’obiettivo del monitoraggio non è penalizzare le Regioni, ma assicurare ai cittadini l’erogazione delle prestazioni a cui hanno diritto”. E comunque “il ministero non formula classifiche”, ma si limita a pubblicare periodicamente i dati. Nel report, inoltre, la Lombardia “registra un punteggio superiore a 60, la soglia di sufficienza, in tutte le macro-aree”, confermando quindi la corretta garanzia di erogazione dei Lea.

La polemica politica

Il caso diventa subito politico e la polemica non si spegne. “Non ho mai usato parole inopportune”, controreplica Fontana, aggiungendo però che “questa volta la misura è stata superata”.

La Lega fa sponda con il suo governatore, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia rimangono più prudenti: “Per certificare l’eccellenza della sanità della Lombardia credo bastino le decine di migliaia di pazienti di altre regioni che ogni anno scelgono i nostri ospedali per curarsi” sottolinea il segretario regionale del Carroccio, Massimiliano Romeo. Il capodipartimento Salute della Lega, il lombardo Emanuele Monti, si rivolge direttamente al ministero, chiedendo “un impegno più forte”. E aggingendo: “Questo Governo ha messo risorse e dato una svolta contro i tagli passati del Centrosinistra, ma c’è lo spazio per fare di più”.

L’opposizione, dal canto suo, critica apertamente le parole pronunciate dal governatore della Lombardia. Secondo il Pd, “di inaccettabile c’è solo l’immobilismo della Giunta lombarda, che ha fatto lievitare le liste d’attesa”, mentre per il M5S ironizza: “Qualcuno ha detto a Fontana che l’attuale ministro è della sua stessa maggioranza?”.

Redazione Nurse Times

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