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MNI- Lettera aperta al Presidente del Consiglio e al Ministro della Sanità

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Movimento Nazionale Infermieri: 36 mila infermieri scendono nelle piazze d’Italia
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Questa seconda ondata di pandemia ha rimarcato ancor di più le carenze del SSN su tutto il territorio italiano; stimolando spunti di riflessione sul ruolo della figura infermieristica. 

Immediatamente dopo la fine del lockdown della primavera passata, il Movimento Nazionale Infermieri ha chiesto a gran voce un intervento immediato che rivoluzioni la categoria infermieristica; una rivoluzione volta alla promozione della salute del cittadino che apporti miglioramenti a tutta la struttura sanitaria nazionale. 

Gli Infermieri d’Italia hanno ascoltato promesse e parole di elogio, ma nulla di concreto è stato fatto. 

MNI ha proposto un profondo e radicale cambiamento del pensiero infermieristico; auspichiamo che almeno in questa situazione di emergenza non venga meno la voglia da parte del Governo e ancor di più del Ministro  della Salute On. Roberto Speranza, di allearsi agli operatori sanitari che operano quotidianamente sul campo  ed impegnarsi a rimodulare l’assetto sanitario nazionale. 

Il Movimento Nazionale Infermieri propone pertanto le seguenti misure urgenti finalizzate ad alleggerire la  pressione sugli ospedali: 

1. Attivazione immediata dell’Infermiere di famiglia su tutto il territorio nazionale e dotarlo di  autonomia per andare incontro alle esigenze del cittadino e creare quella catena di Follow-up che; ad oggi, è mancata clamorosamente. Dei 9600 infermieri di famiglia previsti nel Decreto Rilancio ne  sono stati assunti sole poche centinaia da un drappello di Regioni.

2. Assunzioni da graduatorie già in essere e, laddove non fossero presenti, indire avvisi pubblici per soli  titoli da espletare in dieci giorni massimo; data la grave carenza del personale costretto da ottobre a  lavorare su doppi turni e a subire nuovamente il blocco dei riposi e dei permessi lavorativi. 

3. Abbattimento del “vincolo di esclusività” che lega l’Infermiere alla propria azienda sanitaria  permettendo quindi di aiutare il cittadino anche sul territorio e sopperire alla carenza cronica di  personale infermieristico laddove ce ne sia necessità. Concedere quindi al lavoratore il potere  decisionale di avvalersi o meno dell’indennità di specificità infermieristica prevista nella bozza della  futura manovra economica del 2021. 

4. Sorveglianza sanitaria a carico della ASL di appartenenza per tutti gli operatori sanitari esposti per  evitare a monte la diffusione del contagio da Covid-19. 

5. Istituire fondi per la formazione del personale neo-assunto, formazione che attualmente è a carico  del “personale anziano” durante il turno lavorativo ordinario. Va incrementata, come descritto in  precedenza, la quantità di personale, ma va anche assicurata la qualità dell’assistenza erogata che  non deve assolutamente essere trascurata. 

Tali corsi di formazione, come le assunzioni stesse, dovevano essere portati a completamento durante il  periodo di tregua concesso dalla pandemia; ma non c’è stata una programmazione e una lungimiranza in tal  senso, tantomeno si sono ascoltate le reali esigenze del personale operante. 

A sostegno di ciò chiediamo che nel futuro prossimo vengano riconosciute le competenze specialistiche infermieristiche tramite corsi di specializzazione e che tali competenze vengano adeguatamente remunerate,  come accade da anni nella maggior parte delle realtà europee. 

Misure summenzionate che MNI aveva già proposto in tempi non sospetti. 

Le Infermiere e gli Infermieri italiani hanno fiducia in questo Governo e nelle sue scelte; non perdono di vista il reale nemico e continuano con spirito di abnegazione a sostenere la Salute; ma questa volta desiderano  risposte concrete e immediate da parte degli Interlocutori. 

Le Infermiere e gli Infermieri d’Italia, Movimento Nazionale Infermieri

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