Milano, venerdì 12 maggio 2017 – Durante il seminario tenutosi presso l’Università Vita-Salute San Raffaele è stato presentato il CeNRI (Center for Nursing Research and Innovation).
Questo prestigioso centro riunisce l’ateneo, l’ospedale e l’istituto di ricerca del San Raffaele. Si pone come obiettivo l’innovazione tramite la ricerca nella pratica Infermieristica, con il fine di migliorare le strategie di sicurezza del paziente rendendo più efficaci le cure in termini qualitativi, di costi e di risultati, sviluppando un’infermieristica evidence-based.
La disciplina Infermieristica in Italia, a livello accademico risulta di recente costituzione pur essendo maggiormente sviluppata a livello nazionale venendo maggiormente riconosciuta sia a livello epidemiologico, etico ed ontologico
I lavori sulla ricerca infermieristica a livello nazionale ed internazionale sono stati rispettivamente presentati dal dottor Milko Zanini, Università di Genova e dalla professoressa Riita Suhonen, Università di Turku, Finlandia. Durante il seminario inaugurale è stato messo in evidenza come le evidenze riguardanti la relazione tra quantità e qualità delle cure infermieristiche ed esiti clinici dei pazienti si stiano accumulando.
Anche i dati riguardanti la qualità dei processi di cura e la diffusione della prevenzione e della sicurezza sono in costante aumento.
Riportiamo di seguito alcune dichiarazioni rilasciate dagli ospiti presenti all’evento.
Professor Duilio Manara, direttore della didattica professionale del Corso di Laurea in Infermieristica, Università Vita-Salute San Raffaele:
“All’interno del San Raffaele negli anni abbiamo attivato diverse iniziative di ricerca infermieristica, grazie al corso di laurea e alle tesi dei nostri studenti, al monitoraggio di alcuni indicatori nelle diverse unità operative dell’Ospedale, grazie a diversi colleghi che sono impegnati in protocolli di ricerca e studi clinici come infermieri di ricerca (clinical research nurse). Ora però è arrivato il momento di mettere in sinergia queste competenze “sul campo” e occuparci di fare ricerca sull’assistenza infermieristica stessa e farne valere i risultati lì dove fanno la differenza, all’interno del processo sanitario sia clinico sia gestionale.”
Professor Mario Del Vecchio, SDA Bocconi e Università degli Studi di Firenze:
“In questi anni si sta costruendo un riconoscimento adeguato della professione infermieristica.
In questo processo lo sviluppo di un sapere infermieristico strutturato, visibile e spendibile non è solo legato all’apporto, certamente essenziale, che la ricerca infermieristica può portare al miglioramento nella cura delle persone, ma anche all’apporto che dal sapere viene al consolidamento della professione stessa.
In altri termini, è il sapere che sostiene il ruolo della professione e dei professionisti nelle organizzazioni e nella società nel suo complesso.”
Daniele Bonsembiante, Vice-Segretario Regionale di CittadinanzAttiva, Lombardia:
“Le cure infermieristiche, alla luce dei cambiamenti che stanno interessando l’organizzazione della sanità sul territorio, diventano sempre più il tramite fondamentale tra le strutture ospedaliere e la continuità delle terapie anche a domicilio.
Sia che si parli di una gestione corretta delle patologie acute e ancora di più se guardiamo alle patologie croniche – che Cittadinanzattiva rappresenta con la federazione di oltre 100 associazioni di malati – il paziente ha bisogno di un sostegno vicino, costante e altamente professionale che non può che venire da un adeguato riconoscimento dell’attività degli infermieri.”
Dottoressa Beatrice Mazzoleni, Segretaria Federazione Nazionale collegi IPASVI:
“La ricerca infermieristica serve per agire in sicurezza e per fornire dati certi che possano supportare l’evidence based e quindi andare verso quelle best practice che devono caratterizzare il nuovo modello di assistenza e garantire ai pazienti il massimo soddisfacimento dei loro bisogni di salute.
In questo senso va anche la legge 24/2017, in base alla quale siamo responsabili in prima persona di tutto ciò che accade al paziente nel suo percorso assistenziale. Per questo è necessario sostenere sì l’attività di ricerca infermieristica, ma farlo con la presenza e lo sviluppo di nostri ricercatori. La sicurezza del paziente non è solo un nostro obiettivo: è la nostra professione e la ricerca ne è la base.”
Simone Gussoni
Fonte: InfermieriAttivi
Lascia un commento