La piccola, abbandonata da mamma e papà a causa della sua grave patologia genetica, è stata battezzata in reparto il 5 maggio davanti ai medici e agli infermieri del reparto di Neonatologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate.
È ricoverata da sei mesi presso il reparto di Neonatologia e Utin dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, e… oramai, di fatto, è stata “adottata” dai medici e dagli infermieri del reparto. Perché anche chi è abituato alle nascite e ai neonati, come il personale di una Neonatologia, proprio non può passare tutto quel tempo in compagnia di un bambino… senza affezionarsi. È impossibile. Non sarebbe umano.
La protagonista di questa storia è Anna, sfortunata bimba nata con una grave patologia genetica e per questo abbandonata dai genitori presso il nosocomio isolano. Bimba che pochi giorni fa, in data 5 maggio, è stata battezzata in reparto davanti al personale emozionato e inevitabilmente coinvolto; tanti zii, mamme e papà, che per lei hanno poi dato vita a un piccolo festeggiamento.
La cerimonia è stata officiata da padre Antonio Peraino, cappellano ospedaliero, alla presenza del direttore di presidio Francesco Giurlanda che ha così dichiarato al quotidiano In Sanitas: “Adesso, dopo il battesimo, guardandola, sembra anche più serena. Per chi crede, come me, è un fatto toccante.”
Queste, invece, sono state le parole del commissario straordinario dell’Asp, Giovanni Bavetta: “Sono questi gesti dal grande valore umano, che rendono la nostra missione unica e rifondono di tutti i sacrifici di questo mestiere. La passione e l’amore con cui tutti al reparto hanno seguito in questi mesi i soggetti più fragili che vi siano, come i neonati con gravi malattie, è la conferma come oltre alla grande professionalità abbiano anche grande umanità e solidarietà verso il prossimo.”
La piccola Anna è ora in stato di adottabilità e in attesa che i servizi sociali, su segnalazione del tribunale dei minori, le trovino una struttura dove accoglierla. Ci auspichiamo, con tutto il cuore, che anche questo piccolo angelo possa in breve tempo ricevere l’affetto di una mamma e di un papà veri.
Fonte: In Sanitas
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