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Messina, ospedale Piemonte: pronto soccorso chiuso nelle ore notturne

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Infermieri demansionati a Messina: la Corte di Appello boccia l’Ospedale Papardo
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Messina, ospedale “Piemonte”. Manca personale, così il Pronto Soccorso rimane chiuso di notte

La Direzione Sanitaria del Papardo di Messina ha condiviso la proposta del dott. Clemente Giuffrida direttore di struttura complessa del Mcau di rendere attivo il PS dell’ospedale Piemonte solo nella fascia diurna rispettando le “norme di diritto alle ferie” e garantire la sicurezza delle attività d’urgenza. Lo scrivono in un documento congiunto il Direttore Generale Michele Vullo, il direttore sanitario Paolina Reitano ed il direttore amministrativo dell’azienda Papardo di Messina Domenico Moncada.

L’attività dall’11 luglio viene svolta dalle 8 alle 20.

“La notizia della chiusura notturna del Pronto soccorso del Piemonte non ci ha sorpreso perché avevamo denunciato la scorsa settimana i propositi del management del Papardo, ma adesso diciamo basta a questo teatro dell’assurdo che sta vedendo come protagonista il manager Michele Vullo mentre l’assessore Gucciardi e il governatore Crocetta fanno da spettatori”. Lo affermano Pippo Calapai e Mario Macrì della Uil-Fpl e Pietro Pata, segretario regionale di Anaao-Assomed

“E’ stupefacente, inoltre – aggiungono i sindacalisti – l’assordante silenzio di alcuni consiglieri regionali messinesi anche componenti della Commissione Sanità e sostenitori della prima ora per la legge regionale n. 24. Sorprende che la decisione sia arrivata proprio oggi, all’indomani della nota dell’assessore Baldo Gucciardi che assicurava il mantenimento dei livelli assistenziali e la piena funzionalità del Pronto soccorso. Sorprende ancor più – osservano – che il dott. Michele Vullo abbia comunicato la sua decisione dopo un incontro avuto a Palermo proprio con l’assessore”.

“Infine, non ci spieghiamo perché dopo l’audizione in Sesta commissione all’Ars dello scorso 18 maggio e la richiesta di assunzioni di personale a tempo determinato, avanzata il 19 maggio – concludono i sindacalisti – si è arrivati a questo punto in cui il personale medico e sanitario è allo stremo ed  i cittadini vedono negati i loro diritti di salute”.

Da cittadina prima e da infermiera poi mi chiedo se i motivi enunciati (Di sicurezza…?) possano giustificare la decisione della direzione generale, una situazione di grave criticità dell’organico tale da non garantire un servizio essenziale alla popolazione? Con tanti infermieri e medici che attendono di poter lavorare nella propria terra.

Lasciamo ai nostri lettori ogni riflessione…

Mina Cucinotta

Fonte www.gazzettadelsud.it

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