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Meningite batterica: predire complicazioni o morte con un esame del sangue

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Meningite batterica: predire complicazioni o morte con un esame del sangue
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A questa possibilità dà credito uno studio a cui ha preso parte la struttura di Medicina interna dell’ospedale Lotti di Pontedera.

Basta un semplice esame del sangue per capire se una persona colpita da meningite batterica è a rischio di complicazioni o, addirittura, di morte. E’ quanto afferma lo studio “D-dimero come biomarcatore per la previsione precoce degli esiti clinici in pazienti con infezioni invasive gravi dovute a Streptococcus Pneumoniae e Neisseria Meningitidis”, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Frontiers in Medicine, a cui ha partecipato con un ruolo da protagonista anche la struttura di Medicina interna dell’ospedale Lotti di Pontedera, diretta dal dottor Roberto Andreini.


Come spiega Simone Meini, medico della Medicina interna di Pontedera e firmatario a primo nome della pubblicazione, l’articolo illustra il ruolo del biomarcatore D-dimero come predittore di mortalità in pazienti con meningite batterica: “Lo studio è stato condotto su 270 pazienti, una casistica tra le più ampie finora pubblicate. I pazienti sono stati osservati dal gruppo dell’ospedale Cotugno di Napoli, con cui abbiamo collaborato insieme alla clinica infettivologica di Udine, diretta dal professor Carlo Tascini, e insieme ai colleghi del Cnr di Pisa”.

Prosegue Meini: “Abbiamo osservato è che la misurazione su un prelievo di sangue, eseguito nelle prime 24 ore, del D-dimero ha permesso di individuare quei pazienti affetti da meningite meningococcica a più alto rischio di mortalità e complicazioni, accertando nel valore di 7.000 nanogrammi per millilitro il livello sopra il quale il rischio aumenta moltissimo. Poter inquadrare precocemente, attraverso un semplice test su sangue, disponibile rapidamente e a basso costo in tutti i laboratori, i pazienti, spesso giovanissimi, a diverso rischio di mortalità e complicazioni, rappresenta un importante passo avanti per la loro appropriata gestione”.

Redazione Nurse Times

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