Sono quasi 90 tra medici e infermieri gli indagati agli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (Ifo) di Roma, i colleghi timbrano i cartellini mentre loro erano fuori dalla struttura per una passeggiata o per una gita al mare o, come in alcuni casi, per svolgere un secondo lavoro.
Un sistema quasi perfetto che però non è sfuggita ai vertici dell’Ifo che ha denunciato tutto alla Procura di Roma.
La Procura dopo vari pedinamenti e telecamere nascoste ha denunciato 89 persone tra cui ex dipendenti e un noto virologo per falso e truffa aggravata e continuata ai danni di un ente ospedaliero finanziato dal Ministero della Sanità e della Regione Lazio.
I fatti risalgono al periodo precedente alla pandemia da coronavirus, fra l’ottobre 2018 a giugno 2019.
Nel frattempo, invece, alcune persone sotto indagini hanno rilasciato delle dichiarazioni. Uno fra i dirigenti si è difeso spiegando: “Per fare una tac si lavora in equipaggio, tra medico, tecnico radiologo, infermiere, impiegato amministrativo. Per fare prima uno andava a timbrare per tutti e quattro. È un comportamento scorretto, ma non è un reato.”
Per altre persone indagate, invece, è stata l’avvocata Giuseppina Tenga a dichiarare: “Le mie assistite, nell’unico caso contestato, stavano operando: la chirurga, per risparmiare tempo, era andata a timbrare anche per l’anestesista, mentre lei stava addormentando il paziente.”
Redazione NurseTimes
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