La Regione Lombardia spende oltre 27 milioni all’anno per assumere i cosiddetti medici a gettone, pagati a singola prestazione per far fronte ai turni scoperti nei reparti di emergenza di ospedali e le Asst locali. Lo divono i dati della direzione generale Welfare, resi noti dal gruppo consiliare del Pd, che in una nota parla di “situazione critica, all’interno della quale il picco di spesa si registra a Bergamo”.
Nello specifico l’Asst con più ore esternalizzate è infatti quella di Bergamo Est, che grava per 3.185.446 di euro sulle casse regionali: 2.633.980 di euro per il reparto di anestesia e 551.466 per il pronto soccorso. Seguono Asst Mantova e Asst Valle Olona, mentre l’Asst Papa Giovanni XXIII, sempre di Bergamo, ha rendicontato 402.928 euro.
“È evidente che l’esternalizzazione sia una pratica emergenziale, e come tale non sostenibile a lungo termine – dichiara il consigliere Davide Casati (Pd) -. Non c’è altra soluzione se non quella di agire sulle modalità di reclutamento dei medici, rendendo in primis più attrattiva la professione, anche dal punto di vista economico. Perché, oltretutto, non è accettabile che un medico in organico all’azienda sanitaria abbia uno stipendio mensile pari a quello che un gettonista, ingaggiato per le stesse mansioni, guadagna in pochi turni. Per questi ultimi il compenso lordo per un solo turno arriva talvolta a 1.200-1.300 euro”.
Non solo medici, però. Il fenomeno delle assunzioni a gettone investe anche infermieri e oss, spesso reclutati anch’essi attraverso cooperative esterne.
“Anche in questo caso – commenta Casati – paghiamo a caro prezzo la mancanza di programmazione a livello regionale e nazionale. Regione Lombardia, da parte sua, deve agire al più presto sulla formazione, tornando a finanziare i corsi per ASA e OSS, che oggi sono a carico degli iscritti, in modo da aumentare a stretto giro l’offerta di professionisti”.
Redazione Nurse Times
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