In alcune regioni il fenomeno è molto diffuso, ma nasconde retroscena che alimentano forti dubbi sulla qualità dell’assistenza fornita.
Come riferisce Dataroom, approfondimento del Corriere della Sera curato da Milena Gabanelli, da metà novembre a inizio dicembre i carabinieri del Nas, insieme al ministero della Salute, hanno svolto verifiche a campione su 1.525 medici a gettone (neo-laureati, pensionati, liberi professionisti che abbandonano il Servizio sanitario nazionale) selezionati dalle cooperative per prestare servizio come dipendenti, ma senza contratto a tempo indeterminato, nelle strutture pubbliche, dove lavorano almeno 12 ore al giorno, anche di notte e nei festivi.
Sono stati trovati dottori arruolati come ostetrici senza nessuna formazione per fare i parti cesarei, altri in poronto soccorso senza avere competenze in medicina d’urgenza, oppure già dipendenti di altri ospedali che facevano di nascosto i doppi turni per la cooperativa. Altri ancora sopra i 70 anni e dunque fuori per legge dal Servizio sanitario. Nello specifico: due medici generici erano impiegati come ginecologi; quattro medici non specializzati erano stati mandati in Medicina d’urgenza; due avevano più di 70 anni; uno era dipendente in altri ospedali, ma lavorava anche con le cooperative.
Dataroom riferisce che, solo nel 202, i turni appaltati in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna hanno superato i 100mila.
In Lombardia, secondo i dati forniti dalla Regione e riferiti soltanto ai pronto soccorso, i turni gestiti dalle cooperative sono stati oltre 45mila, in Veneto 42.061 e in Piemonte 14.400. Altri numeri diffusi da Dataroom riguardano gli stipendi.
E sempre l’approfondimento del Corriere snocciola anche i numeri relativi ai compensi, decisamente alti. Da contratto, un medico ospedaliero assunto da più di 15 anni guadagna 52 euro lordi all’ora per 6 ore e 20 minuti al giorno (che però vengono sempre superate) per 267 giorni l’anno. Il suo salario annuo lordo ammonta a poco più di 85mila euro. Gli stessi soldi un medico a gettone li guadagna con 84 turni da 12 ore, poiché la paga oraria minima in poronto soccorso e in anestesia è di 87 euro lordi.
Mancanza di specializzazioni e di controlli sulle stesse, oltre a turni di lavoro massacranti sono dunque all’ordine del giorno per i medici gettonisti, che inoltre non conoscono l’organizzazione della struttura sanitaria in cui operano, gli obiettivi, le procedure e neppure il software di gestione delle cartelle dei pazienti. “Per non parlare del fatto che, quando ritardano i treni o gli aerei, arrivano in ritardo ai turni”, aggiunge Fabio De Iaco, presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu). Eppure questi dottori si ritrovano a prendere decisioni dalle quali può dipendere la vita dei pazienti.
Il problema di fondo è sempre lo stesso: la carenza di personale. Come conferma Antonio Maria Lanzetti, presidente dell’Ordine dei medici di Viterbo, intervistato dal Messaggero: “I medici sono troppo pochi. Colpa di politiche di programmazione errate, corsi a numero chiuso e aumento della domanda. Certo è che introdurre questo sistema di medici a gettone è un disincentivo a partecipare ai bandi pubblici per essere assunti a tempo indeterminato. La sproporzione del compenso è enorme”.
Redazione Nurse Times
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