Marjory Gordon nasce il 10 novembre 1931 ed è una teorica del Nursing Moderno.
Con lei nasce il “modello Gordon” utile per identificare come un infermiere, o qualunque altro operatore sanitario, dovrebbe comportarsi nei confronti di un paziente che ha necessità di aiuto nell’assolvere alcuni o tutti i propri bisogni fondamentali. E’ chiaro che in questo caso si parla di una assistenza paziente- centrica incentrata quindi solo ed esclusivamente sul paziente. Parliamo quindi di una assistenza fortemente personalizzata basata sulla volontà del paziente. Potremmo dire che la Gordon è proprio una teorica moderna che riprende quello che per noi dovrebbe essere pane quotidiano.
Nell’ambito del processo infermieristico la Gordon identifica dei modelli di complessità in cui è necessario intervenire se ci sono delle carenze strutturali nel paziente:
Descrive i modelli dei valori, delle convinzioni (comprese quelle spirituali) e gli obiettivi che orientano le scelte o le decisioni
TITOLO | DESCRIZIONE | Diagnosi Nanda-I 2009-2011 I collegate |
1. Modello di percezione e di gestione della salute | Descrive il modello di salute e di benessere percepito dalla persona e le modalità di gestione della salute. | Esempio: Autonegligenza, Contaminazione, Disponibilità a migliorare l’autogesione della salute, Rischio di infezione. |
2. Modello nutrizionale e metabolico | Descrive il modello di assunzione di cibo e di liquidi correlato agli indicatori del fabbisogno metabolico nei vari distretti dell’organismo. | Esempio: Allattamento al seno efficace, Compromissione della deglutizione, Deficit di sviluppo della persona adulta, Ipertermia, Nutrizione inferiore al bisogno. |
3. Modello di eliminazione | Descrive i modelli della funzione escretoria (intestino, vescica e cute). | Esempio: Compromessa eliminazione urinaria, Diarrea, Incontinenza urinaria funzionale. |
4. Modello di attività e di esercizio fisico | Descrive i modelli dell’esercizio fisico, di altre attività, del tempo libero e delle attività ricreative. | Esempio: Compromissione di scambi gassosi, Compromissione della deambulazione, Fatigue, Rischio di cadute. |
5. Modello di riposo e di sonno | Descrive i modelli di sonno, riposo e rilassamento. | Esempio: Deprivazione di sonno, Disturbo del modello del sonno, Insonnia. |
6. Modello cognitivo e percettivo | Descrive i modelli sensoriale-percettivo e cognitivo. | Esempio: Confusione mentale acuta, Disponibilità a migliorare la conoscenza, Dolore acuto. |
7. Modello di percezione dì sé-concetto di sé | Descrive il modello del concetto di sé e delle percezioni di sé della persona (per esempio, concetto di sé/valore, immagine corporea, stato delle emozioni). | Esempio: Ansia, Disponibilità a migliorare il concetto di sé, Disturbo dell’identità personale, Autostima cronicamente scarsa. |
8. Modello di ruoli e di relazioni | Descrive il modello delle relazioni e delle responsabilità correlate al ruolo della persona | Esempio: Conflitto in rapporto al ruolo genitoriale, Inefficaci prestazioni di ruolo, Isolamento sociale, Rischio di solitudine. |
9. Modello di sessualità e di riproduzione | Descrive i modelli di soddisfazione e insoddisfazione della persona correlati alla sfera della sessualità; descrive il modello riproduttivo. | Esempio: Disfunzione sessuale, Inefficacie modello di sessualità. |
10. Modello di coping e di tolleranza allo stress | Descrive il modello generale di coping della persona e l’efficacia del modello in termini di tolleranza allo stress. | Esempio: Comportamento relativo alla salute che può causare dei rischi, Coping difensivo, Coping inefficacie, Negazione inefficacie. |
11. Modello di valori e di convinzioni | Descrive i modelli dei valori, delle convinzioni (comprese quelle spirituali) e gli obiettivi che orientano le scelte o le decisioni | Esempio: Afflizione cronica, Compromissione del benessere, Compromissione della religiosità, Lutto, Lutto complicato, Sofferenza morale |
Per ognuno di questi modelli è ovvio che ci possono essere delle mancanze da parte della persona ma non è detto che riguardino solo uno di questi, potrebbero essere anche due, tre o addirittura tutti.
Ovviamente a seconda del numero dei modelli interessati si identifica anche l’autonomia residua del paziente. E’ inoltre anche possibile che si parli di perdita di autonomia residua momentanea, a causa di un intervento chirurgico ad esempio, oppure permanente come nel caso di pazienti con patologie neurodegenerative e ormai allettati.
Non bisogna sottovalutare inoltre che tutti questi punti non perdono di vista l’aspetto psicologico. Molto spesso infatti i pazienti anche quando devono semplicemente effettuare degli esami diagnostici e quindi senza previsione di ricovero, a seconda del modo di affrontare le situazioni, possono o meno essere in ansia. Quando ci sono queste situazioni è giusto ascoltare i pazienti, senza pressare e senza essere troppo invasivi. Bisogna cercare il giusto modo per poter aiutare a superare questo momento, evitando anche di avere eventuali complicanze proprio legate al lato psicologico (esempio di prevenzione).
Anche con questa teorica è necessario analizzare il metaparadigma, in questo caso viene interpretato nel seguente modo:
- persona: essere umano in grado autonomamente di assolvere a tutti i propri bisogni primari e non, tranne nel caso in cui subentri la patologia e quindi la perdita di equilibrio.
- ambiente: fattore esterno, che potrebbe deturpare la salute della persona.
- salute: stato di completa autonomia del paziente. Quest’ultimo se in questo stato di equilibrio riesce a fare qualunque cosa, senza alcun ostacolo.
- assistenza infermieristica: aiuto essenziale da parte di un operatore qualificato il quale deve intervenire nel caso di malattia per assolvere ai bisogni del paziente.
Grazie a questa teorica possiamo renderci conto di come il nostro lavoro sia strettamente legato alle volontà del paziente, perché è lui il protagonista del processo di cura. Nel momento in cui si parla di una persona che è diversa da noi è necessario rendersi conto che l’assistenza si distingue dalla scelta. Si propone quello che è il da farsi, senza in nessun modo mettersi al posto del paziente, perché sarà lui (o eventualmente il caregiver o i familiari) a decidere cosa scegliere per la propria salute.
Dott.ssa Taccogna Federica
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