Anticipare la diagnosi è la chiave per evitare che le cosiddette malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI) condizionino ulteriormente la qualità di vita.
I numeri sono impressionanti: a soffrirne in Italia sono circa 200 mila persone, molte delle quali sono giovani tra i 20 e i 35 anni. Stiamo parlando delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI), meglio conosciute con il nome di Malattia di Crohn e Rettocolite Ulcerosa. Si tratta di patologie spesso sottovalutate e difficilmente diagnosticabili al di fuori dei centri specializzati. Secondo gli ultimi dati nel nostro paese si registrano ogni anno più di 6 mila nuove diagnosi.
LE MICI- Sono malattie la cui origine non è ben nota. Queste patologie infiammatorie interessano l’intestino, e si suddividono in due tipologie: Malattia di Crohn e Rettocolite Ulcerosa. Mentre la prima comporta ulcerazioni della mucosa intestinale e può interessare tutti i segmenti intestinali, la seconda colpisce prevalentemente le mucose del colon e/o del retto. Come spiega il Dottor Silvio Danese, Responsabile del Centro per la Ricerca e la Cura delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali presso Istituto Humanitas di Rozzano, «I sintomi più frequenti sono rappresentati da diarrea, spesso sanguinolenta, dolore addominale e dimagrimento. Possono essere presenti stati infiammatori che riguardano anche altri distretti, come fegato, occhi ed epidermide. Una MICI può manifestarsi anche con sintomi correlabili alle complicanze: le più frequenti sono le fistole e le stenosi dei tratti intestinali, derivanti sia dall’infiammazione che riduce il calibro intestinale, sia dalla sua guarigione, che determina cicatrici.
I farmaci biologici sono una particolare categoria di terapie mirate. Sono chiamati così perché mimano sostanze presenti nell’organismo, ma sono prodotti in laboratorio.
Comprendono:
- i fattori di crescita detti anche colony stimulating factors (CSF): sostanze che stimolano la produzione delle cellule del sangue da parte del midollo. Si usano spesso dopo la chemioterapia per ristabilire il numero adeguato di cellule nel sangue;
- gli anticorpi monoclonali: sono molecole in grado di riconoscere un bersaglio presente sulle cellule tumorali, ma non su quelle sane. Il loro utilizzo permette quindi di indirizzare la cura soltanto contro il tumore, risparmiando il più possibile i tessuti sani;
- le interleuchinee l’interferone: sono sostanze naturali che partecipano al processo di infiammazione. Comprendono numerosi varianti e alcune di queste, come interleuchina 2 e interferone, sono in grado di contrastare diverse forme di cancro. Il loro uso tuttavia si è ridotto negli ultimi anni a casi particolari per l’introduzione di terapie più efficaci e con minori effetti collaterali;
- “vaccini”: sono già disponibili alcuni trattamenti per curare il cancro con lo stesso meccanismo di un vaccino, cioè stimolando il sistema immunitario a riconoscere il tumore come estraneo per poi distruggerlo, come si fa con batteri o virus. Due esempi riguardano la cura del melanoma in fase avanzata e la terapia del cancro della prostata con metastasi. Ancora in fase di studio sono invece veri e propri vaccini preventivi, capaci di ridurre il rischio di sviluppare la malattia.
A ben vedere i risultati dello studio SONIC, pubblicati dal “New England Journal of Medicine” sostengono che La terapia con Infliximab conduce nel 70% dei casi a guarigione della mucosa e remissione della malattia
Gli studiosi hanno preso in esame 500 malati (provenienti da USA, Europa ed Israele) trattandoli con Infliximab, un farmaco biologico. Si è allora notato come la terapia avesse condotto, nel 70%
dei casi, a guarigione della mucosa e remissione della malattia!
Come fanno notare gli esperti, l’approccio odierno contro la malattia di Crohn prevede l’uso di farmaci steroidei. Ma tali sostanze, oltre ad avere un’efficacia relativa, possono provocare effetti collaterali sgradevoli
CALABRESE Michele
Sitografia e bibliografia:
Jean Frédéric Colombel,William J. Sandborn, Paul Rutgeerts et al., “Infliximab, Azathioprine, or Combination Therapy for Crohn’s Disease”, New England Journal of Medicine 2010
https://www.fondazioneveronesi.it
https://www.airc.it
https://biotec.campusnet.unito.it
Lascia un commento