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Dr. Cecchi Paone ma lei ha qualcosa contro gli infermieri italiani?

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Dr. Cecchi Paone ma lei ha qualcosa contro gli infermieri italiani?
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Partendo dal concetto imprescindibile che gli episodi di violenza, accaduti nei confronti dei pazienti ricoverati presso l’Opera Don Uva di Potenza, siano assolutamente deprecabili, per la mancanza di umanità e professionalità dimostrata dagli operatori sanitari, la nostra comunità professionale condanna con forza la violenza e ritiene assolutamente giusto che tali eventi giungano al vaglio degli inquirenti e che paghi chi ha commesso un reato così brutale accentuato dal fatto che alcuni pazienti in questione sono interdetti.

Cecchi Paone parla del giuramento degli #infermieri. Giuramento sbagliato, non valido che mette in risalto una dipendenza dalla professione #medica non realistica e non attuale. Seguici su Nurse Times

Pubblicato da Nurse Times su Venerdì 8 aprile 2016

 

Gli infermieri italiani respingono ogni tentativo di spettacolarizzazione attuato dai media e da alcuni giornalisti come il Dr. Cecchi Paone, che strumentalizzano delle tristi vicende umane cercando di colpire una determinata categoria professionale, quella infermieristica che comprende migliaia di professionisti seri ed onesti (vedi Talk tagadà di qualche giorno fa, sia il servizio andato in onda nel Tg 4 di ieri alle 19,00).

Il Dr. Cecchi Paone, ci giudica inadeguati a svolgere il triage nei P.S., una competenza che la legge ci affida e per il quale abbiamo studiato (vedi Talk Tagadà) e poi durante il Tg4 parla di un giuramento di asservimento alla professione medica.

Perché parlare di un giuramento che effettivamente non è veritiero, in quanto estrapolato da un pronunciamento di Florence Nightingale fondatrice dell’infermieristica moderna, datato 1893 :

 Prometto davanti a Dio, in presenza di questa assemblea, di vivere degnamente e di esercitare fedelmente la mia professione.

Mi asterrò da tutto ciò che può nuocere e non prenderò, né somministrerò consapevolmente alcuna droga nociva.

Farò tutto ciò che è in mio potere per elevare il livello della mia professione e farò uso riservato di tutte le informazioni personali che mi verranno confidate, nonché di tutte le situazioni familiari di cui sarò venuta a conoscenza nell’esercizio della mia professione.

Aiuterò lealmente il medico nel suo lavoro e mi dedicherò al servizio di coloro che mi verranno affidati per l’assistenza.

 (redatto da un Comitato speciale, Scuola Farrand dell’Ospedale Harper, Detroit, 1893)

Caro Dr. Cecchi Paone, per onestà intellettuale bisogna dire che è vero, esiste in alcune Università italiane nelle facoltà di Infermieristica, un giuramento che gli studenti infermieri pronunciano durante il loro corso di studi, ma è una pura nota di colore accademico e di certo non vi è una frase di asservimento ad altre professioni (come invece rimarcato da lei in trasmissione).

Giuramento degli Infermieri

“Al momento di essere ammesso quale membro della professione infermieristica io consacro la mia vita al servizio dell’umanità,

consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo,

GIURO

· di mettere la mia vita al servizio della persona umana;

· di perseguire come scopi esclusivi la difesa e il recupero della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

· di rispettare la vita umana in ogni circostanza dal suo inizio fino alla morte. In nessun caso abbandonerò il malato senza essermi assicurato della continuità delle cure e della sorveglianza che gli sono necessarie;

· di curare tutti i malati con uguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica. In tutti rispetterò la legittima libertà di coscienza;

· di offrire la mia leale collaborazione all’équipe sanitaria; di rispettare le prescrizioni mediche, eccetto nei casi in cui esse siano contrarie alla deontologia professionale o alla morale;

· di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della mia professione. Di rispettare le colleghe e i colleghi, e prestare loro la mia assistenza morale e professionale;

· di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’autorità competente, prestando la mia assistenza professionale a qualsiasi malato che ne abbia bisogno;

· di osservare il segreto professionale su tutto ciò che mi viene confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato. In ogni circostanza darò prova di grande discrezione;

· di aggiornare permanentemente la mia cultura generale e le mie conoscenze professionali.

Faccio queste promesse solennemente, liberamente e sul mio onore”.

In Italia gli Infermieri si ispirano al proprio Codice Deontologico, redatto nel 2009 dalla Federazione Nazionale Collegi Ipasvi, che rappresenta anche uno strumento legale utilizzato dai giudici per emettere le loro sentenze, unico strumento di garanzia per cittadini e utenti.

La domanda che poniamo:

Dr. Cecchi Paone ma lei ha qualcosa contro gli infermieri italiani?

Massimo Randolfi

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