Vasto, Chieti. Una donna malata di cancro va al Cup per prenotare un’eco di controllo da fare entro ottobre 2016: le propongono il privato, perché in ospedale c’è posto solo da ottobre 2018.
“Essere curati è un diritto. Sono malata di cancro, non di bronchite o altro. Sono anni di continui controlli e spesso sopraggiungono complicazioni. I malati non possono essere trattati così”.
È questo lo sfogo di E. P. donna di 40 anni di Vasto (Chieti), protagonista di una triste ed assurda odissea sanitaria. La signora, operata anni fa per un tumore al seno, ha scoperto purtroppo di averne un altro all’utero e dei concomitanti problemi al fegato. Si è così recata al Cup per prenotare una ecografia addominale completa, richiestale dal medico curante e da svolgere entro ottobre 2016, in quanto necessaria per il controllo oncologico semestrale. Ma l’addetto allo sportello le ha proposto un appuntamento per il 15 ottobre 2018 presso l’ospedale pubblico San Pio di Vasto.
“Io ho bisogno del referto entro ottobre: è normale che mi venga fissato l’esame fra due anni?”, ha chiesto la donna allo sportellista, vistosamente imbarazzato. L’alternativa? Il 13 luglio 2016, presso una casa privata convenzionata a Chieti (Pescara), a circa 60 chilometri da dove vive la donna e al prezzo di circa 70 euro.
Non male, per una malata oncologica debilitata, che fa molta fatica a sopportare le trasferte (con questo caldo, poi…) e senza reddito.
Così conclude amaramente la sfortunata E. P. : “Un malato di cancro merita rispetto per il male che sta combattendo. Così mettono a dura prova lo stato psicologico già decisamente provato. Senza contare che senza controlli non si può avviare neppure un percorso adeguato di cura. La crisi è diventata un alibi. Salvare una vita umana dovrebbe essere una priorità”…”Da un anno e mezzo sono provata psicologicamente più per queste situazioni che per il cancro di per sé”.
Eh già, cara E. P., dovrebbe essere una priorità. Ma qui, il sentore è che… l’unico modo per rimettere finalmente il paziente ‘al centro’ di ogni processo di cura e assistenza, sarebbe quello di dare una bella riorganizzata e soprattutto una colossale ‘ripulita’ al nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Fonte: ilcentro.gelocal.it
Lascia un commento