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Lucca, errore in sala operatoria: asportato rene sano

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All’ospedale San Luca di Lucca, ad un paziente è stato asportato il rene sbagliato. Caso raro? Purtroppo no e i dati del Ministero della Salute non sono affatto confortanti: molti, infatti, gli “errori” avvenuti in sala operatoria nella nostra penisola.

“Cose che succedono”. Così il medico legale avrebbe giustificato al signor Guido, 56 anni, l’irreversibile danno subito. Qual è stato il danno? Una ‘cosa da nulla’: l’asportazione di un rene perfettamente sano anziché quell’altro, interessato da un tumore maligno. Ma come è possibile che nel 2016 accadano errori gravi e grossolani come questo, nelle nostre sale operatorie? Possibile che siano veramente “cose che succedono”? Secondo i dati… sembra proprio di sì.

Negli ospedali italiani, infatti, secondo le informazioni contenute nel database ufficiale del Ministero della Salute, in 7 anni si sono verificate ben 26 operazioni sulla parte sbagliata del corpo, 32 procedure errate nel paziente giusto e 16 addirittura sul paziente sbagliato. Ma non finisce qui: 159 sono stati i casi di materiale ‘dimenticato’ all’interno del paziente durante gli interventi chirurgici, con successivi ed inevitabili nuovi interventi e 135 casi di danni o decessi imprevisti.

L’intervento sul rene del signor Guido è stato eseguito il 14 aprile dal dottor Stefano Torcigliani. Il chirurgo avrebbe dovuto controllare le immagini della Tac prima dell’intervento, visto che in sala operatoria non c’era l’attrezzatura adeguata per poterle visionare; o quantomeno avrebbe dovuto confrontarsi con la collega che aveva effettuato l’esame. Questo almeno dice il protocollo. Ma sarà stato rispettato? Chissà. Fatto sta che si è proceduto all’operazione sulla base del referto della Tac, che purtroppo era sbagliato. Eh sì, sembra proprio che l’errore sia nato da lì: il radiologo che ha stilato quel referto deve aver tragicamente confuso destra e sinistra.

Il decorso post-operatorio è filato liscio come l’olio e il 21 aprile il signor Guido è stato dimesso. Nessuno ha sospettato nulla fino al 28. Quando, dall’anatomia patologica, non appena pronti gli esami istologici sul rene asportato, qualcuno ha tuonato telefonicamente: “Avete tolto un rene sano, non c’è alcuna massa tumorale”. È così partita l’indagine ed in poco tempo è venuto a galla il clamoroso errore.

Queste le parole della sfortunata vittima di tutto questo: “Il 22 dicembre 2015 mi viene diagnosticato un tumore quando sono in carcere. A metà febbraio viene deciso l’intervento per il 25 marzo, ma salta perché mi trovano il diabete troppo alto, e così slitta tutto ad aprile. Il 12 aprile, dal carcere, chiedo, tramite il mio avvvocato, Nelli, che mi vengano dati gli arresti domiciliari. Il 14 mi operano. Il 21 mi medicano e il 28 vengo chiamato per il responso al San Luca, e mi viene detto che è tutto ok, ma la sorpresa arriva il 29 mattina, quando cinque personalità del mondo medico, tra cui la psicologa dottoressa Dinelli e il medico legale dottor Martelloni, si presentano a casa mia. Ed è proprio Martelloni che cerca di indorarmi la pillola dicendomi che sono cose che succedono!!! Ma come si può dire una cosa del genere??? Ero interdetto e sono maledetto! Mi trovo peggio adesso di quando mi hanno diagnosticato il tumore al rene”.

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha comunque inviato presso il nosocomio una task force composta da ispettori del Ministero, professionisti nominati da Agenas, carabinieri del Nas e dal rappresentante delle Regioni, che dovrà verificare al dettaglio la genesi e la dinamica dell’errore. Intanto il chirurgo che ha eseguito l’intervento e la radiologa che ha eseguito gli esami propedeutici all’operazione attendono il provvedimento di sospensione dal servizio.

Alessio Biondino

Fonti: La Stampa, La Gazzetta di Lucca, Il Tirreno, Il Corriere della Sera

Immagine: flickr.com

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