L’inqualificabile episodio sarebbe avvenuto perché la compagna dell’aggressore non poteva entrare nell’ambiente protetto. Escoriazioni e trauma mandibolare per il malcapitato sanitario.
Ancora violenza contro il personale sanitario all’ospedale di Locri (Reggio Calabria). Una settimana dopo un episodio analogo, un infermiere del Pronto soccorso è stato aggredito durante il turno di servizio nel “corridoio Covid” da un paziente, qualificandosi come medico, che prima lo ha spinto e poi lo ha colpito con un pugno al viso, causandogli alcune escoriazioni e un trauma mandibolare.
A quanto si apprende, il paziente stava per “essere trattato nell’area Covid” e l’infermiere stava spiegando alla sua compagna che, trattandosi di un ambiente protetto, non era possibile farla entrare. L’aggressione è stata prontamente segnalata sia ai carabinieri della Compagnia di Locri che alla direzione Asl.
Quello della violenza in corsia è un fenomeno non nuovo a Locri. Da quando è stato disattivato il servizio di posto fisso di polizia, lasciando vuota la struttura realizzata proprio per poter ospitare gli agenti, medici e infermieri del Pronto soccorso sono praticamente alla mercé di qualunque malintenzionato.
Redazione Nurse Times
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