Il gigante della tecnologia Google sembra essere sempre più interessato ad acquisire un numero crescente di informazioni di ogni singola persona.
Da tempo si sarebbe affacciato al mondo della medicina ed ora, grazie alla realizzazione di un software che utilizzerebbe in maniera accurata l’intelligenza artificiale, sarebbe in grado di predire qualora un paziente ricoverato in un reparto manifesti sintomi di morte imminente.
Ci sono comunque degli avvertimenti che il produttore tiene a specificare.
Il software, in grado di apprendere ed evolversi autonomamente per ottenere sempre maggiori informazioni, si è dimostrato essere estremamente affidabile con i pazienti nelle ultime 24 ore di vita ricoverati in ospedale.
Il programma di intelligenza artificiale targato Google, acquisisce informazioni quali l’età del paziente, l’origine etnica, il sesso combinandole con dati quali anamnesi patologica, diagnosi, parametri vitali e risultati di test diagnostici ed ematici.
È stato realizzato da un team di ricercatori di Stanford e delle Università di Chicago e di San Francisco. Gli è stato “insegnato” come analizzare i pazienti utilizzando dati resi anonimi ottenuti da 216.221 pazienti adulti ricoverati in diversi ospedali statunitensi.
I computers hanno ottenuto più di 46 miliardi di informazioni, effettuando una lettura ed un’analisi molto più completa ed approfondita di ciò che potrebbe realizzare un qualsiasi essere umano.
Nel corso del periodo di studi, il bot ha imparato ad associare parole e dati con il parametro “morte”, dimostrando la capacità di comprendere se un paziente potesse sopravvivere o meno alle prossime 24 ore di degenza.
Dall’analisi dei dati ottenuti sarebbe emerso come questi modelli abbiano surclassato i modelli clinici predittivi tradizionalmente utilizzati in qualsiasi settore specialistico.
“Crediamo che questo approccio potrà essere utilizzato per creare predizioni sempre più precise in una moltitudine di scenari.”
Le precedenti attività svolte dagli scienziati sono state concentrate sull’applicazione di parametri rilevabili nelle EHR, ovvero milioni di cartelle cliniche elettroniche analizzate. Anche le informazioni contenute in un enorme quantitativo di studi clinici ed annotazioni scientifiche sono state utilizzate.
È emerso come l’IA di Google fosse migliore di un essere umano nell’identificare quando un paziente sarebbe stato in grado di recuperare dalla malattia e quanto sarebbe ancora durato il suo periodo di ricovero.
Alvin Rajkomar, docente di medicina e membro del team di Google, ha invitato tutti gli ospedali americani ad adottare l’intelligenza artificiale per migliorare le cure ai pazienti.
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