Questa è la settimana mondiale degli Infermieri: Nurse di tutto il mondo festeggiano con orgoglio la loro appartenenza ad una categoria di professionisti della salute sempre in prima linea. Eppure, nel 2016, mi sono trovata a spiegare che NON sono l’assistente del medico, che non sono quella che pulisce i sederi, che non sono un paramedico e tanto meno l’inserviente o la cameriera di nessuno, che non ho un mansionario, che non sono “demansionata” ad O.S.S solo perché non posso inserire cannule.
Dopo aver chiarito che cosa non è e non fa l’infermiere, cerchiamo di capire chi è questa figura sottovalutata, sottopagata, sfruttata e demansionata (stavolta davvero!) che popola le corsie ospedaliere, le ambulanze, e si può trovare anche in ambulatori o nella libera professione.
L’infermiere è il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica. Il quadro che emerge dalle leggi che regolano la professione, e dal codice deontologico, è quello di un soggetto attivo, che agisce in prima persona con autonomia di scelta e responsabilità, per prendersi cura e perseguire la salute, intesa come bene fondamentale del singolo ed interesse della collettività.
L’assistenza infermieristica è un servizio rivolto non solo al paziente, non solo al malato, ma anche “alla persona, alla famiglia ed alla collettività”. L’infermiere è un professionista che agisce su rigorose basi scientifiche, protocolli e linee guida, al fine di garantire la salute del suo assistito, insieme alla sua vita, alla sua libertà ed alla sua dignità. Il lavoro dell’infermiere non si limita al capezzale del malato, con interventi “sia autonomi che complementari” (collabora con altre professioni intellettuali, primo fra tutti il medico) “di natura intellettuale, tecnico-scientifica, relazionale ed educativa”. Oltre alla cura del paziente, l’infermiere ha anche la responsabilità di “prevenzione, riabilitazione e palliazione.”
L’infermiere è quindi un professionista con rigorose conoscenze e competenze, il cui impegno e la cui assistenza sono volti essenzialmente a garantire la qualità di vita delle persone.
In questa qualità di vita rientra l’assistenza di base, di cui l’infermiere è responsabile, ma che delega alle figure ausiliarie create per aiutarlo (O.S.S ed O.T.A, ma anche personale domestico e per la pulizia del reparto) e che dipendono dagli ordini e dalla supervisione dell’infermiere. Questo significa che l’infermiere è legalmente responsabile del loro operato, in quanto professionista intellettuale, e tenuto ad educare e supervisionare il lavoro di questi ausiliari, per cui stilerà appositi care plan. Compito infermieristico è assicurarsi che questi care plan vengano messi in atto, e che l’assistenza di base sia sempre curata ai massimi livelli, in quanto parte fondamentale del mantenimento di una buona qualità di vita e della dignità dell’individuo!
Per riassumere, l’assistenza infermieristica è una professione intellettuale, scientifica ed umana al tempo stesso. Si tratta di una Scienza peculiare, totalmente incentrata sui bisogni dell’uomo e della comunità. L’agire infermieristico si caratterizza per il fatto che possiede casi unici, ognuno differente dall’altro, per i quali non sono sempre possibili linee d’azione pre-codificate, ed anche quando presenti non sono in grado di prevedere l’impossibile: la reazione umana. L’infermiere è una figura tecnicamente preparata ad affrontare molteplici situazioni, ed al tempo stesso scienziato ed artista.
Scienziato, perché solo il rigore delle linee guida, dei protocolli, dell’Evidence Based Nursing possono garantire quelle competenze teorico-tecniche e pratiche in grado di consentirgli di agire con sicurezza e precisione sul paziente, garantendo la massima efficacia dei propri interventi, ed un’assistenza di qualità.
Artista, perché ogni azione deve essere modulata sulla base di quello che ci si trova davanti. Non esiste un intervento, un care plan, un atto tecnico perfettamente identico al precedente, ogni singola decisione, ogni singolo protocollo deve essere modulato a seconda della situazione che ci si trova di fronte.
Per concludere, l’infermiere è quel professionista della salute che si occupa della persona oltre il malato, in una sanità che tende ad occuparsi sempre di più della patologia piuttosto che del paziente.
La professione infermieristica è fondamentale perché si prende cura non solo del malato, ma anche del sano e di coloro che circondano il malato. Ciò che ci rende indispensabili è la capacità di assistere la persona nella sua totalità, sia agendo da soli che cooperando con altre figure, non necessariamente professionisti sanitari. L’infermiere è il fondamentale anello che umanizza il Sistema Sanità, colui che si trova in prima linea, colui che si preoccupa non solo della vostra patologia, ma della vostra autonomia, della vostra prevenzione, della vostra convivenza con una malattia cronica, della vostra qualità di vita.
Per me, questa professione è una sfida quotidiana, che inizia ogni volta che scendo in corsia, una crescita continua, che mi porta a migliorarmi continuamente, a cercare sempre nuove competenze, ad approfondire le mie conoscenze.
Ad un anno dalla laurea mi cito e concludo dicendo che
“questo insieme di arte e scienza, questa unicità, è ciò che rende la professione infermieristica uno dei lavori più difficili, stressanti e meravigliosi che esistano.”
Ogni singolo giorno.
Erika Nelli
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