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L’infermiere emigrante: fuga dalla disoccupazione, dal precariato e dal demansionamento

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L’infermiere emigrante: fuga dalla disoccupazione, dal precariato e dal demansionamento
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Riceviamo e pubblichiamo nell’ambito del progetto NeXt di Nurse Times la tesi di laurea di Giovanbattista Casaburi, 24enne neolaureato in infermieristica presso l’universita La Sapienza di Roma.

Il laureando ha deciso di trattare le cause che portano alla fuga degli infermieri formati in Italia verso l’estero.

“Giorno dopo giorno ho imparato ad amare questa professione, nonstante tutti gli ostacoli, credo che nessuna professione possa gratificare così tanto.”

«Quando dovevo scegliere l’argomento della mia tesi mi sono chiesto: ”Perchè parlare di competenze infermieristiche, di competenze avanzate quando nella maggior parte delle realtà italiane l’infermiere viene demansionato, sfruttato e non trova lavoro?”. Allora ho capito che, nel mio piccolo, dovevo fare qualcosa di diverso. Ho capito che il cambiamento inizia da noi stessi, spero sia un piccolo passo per cambiare.»



Lo scopo di questa tesi, di tipo compilativo, è quello di evidenziare e analizzare i motivi che possono spingere gli infermieri ad abbandonare il ”Bel paese” e non quello di soffermarsi sulle caratteristiche delle altre realtà europee.

Sin dal primo giorno del mio tirocinio universitario ho imparato molto, dal punto di vista clinico e dal punto di vista pratico, sono andato oltre… Ho voluto soffermarmi sulla persona che si cela dietro l’infermiere e sugli effetti che quella divisa avrebbe potuto procurarmi.

Mi sono sempre chiesto se quella persona, celata dietro la divisa, fosse davvero felice, se fosse davvero soddisfatta del proprio lavoro e della propria condizione. Ho conosciuto diversi infermieri; in molti mi hanno fatto capire che spesso, parallelamente ai pazienti, anche gli infermieri sono malati, malati di un sistema che non conosce meritocrazia, un sistema corrotto, un sistema che il più delle volte non dà ciò che vorremmo.

Simone Gussoni

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