L’eutanasia e il suicidio assistito diventano legali in Spagna. La norma entrerà in vigore entro giugno. La Spagna entra, così, nel ristretto numero di Paesi a riconoscere questo diritto, dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Canada e Nuova Zelanda.
Il voto decisivo è arrivato oggi dalla Camera dei deputati, con 202 voti a favore, 141 contrari e 2 astensioni.
L’eutanasia e il suicidio assistito entreranno a far parte delle prestazioni del servizio sanitario nazionale: la spesa sarà dunque a carico dello Stato.
Con eutanasia, la legge intende la «somministrazione diretta di una sostanza al paziente da parte del professionista sanitario competente»; con suicidio medicalmente assistito la «prescrizione o fornitura al paziente da parte dell’operatore sanitario di una sostanza, in modo che possa auto-somministrarla, per provocare la propria morte».
Potranno usufruirne — come scrive El Mundo — cittadini spagnoli o «legalmente residenti» in Spagna, maggiorenni, che soffrano di «malattie gravi e incurabili» o di «patologie gravi, croniche e disabilitanti» che impediscono l’autosufficienza e che generano «una sofferenza fisica e psichica costante e intollerabile». La richiesta di usufruire dell’eutanasia o del suicidio medicalmente assistito andrà presentata per iscritto, due volte nell’arco di 15 giorni, a un medico. Nella lettera andrà specificato che il malato compie questo passo in piena coscienza, senza costrizioni, e dopo essere stato messo a conoscenza dell’esistenza di possibili cure palliative. Il medico dovrà inoltrare la lettera a una commissione che incaricherà due esperti di esaminarla. La commissione, composta in tutto da sette membri, dovrà poi approvarla o bocciarla, entro 19 giorni. In ogni momento il paziente potrà interrompere la procedura.
L’applicazione della nuova legge potrebbe incontrare alcuni ostacoli, a partire dalla richiesta dell’Ordine dei medici di permettere l’obiezione di coscienza.
Sulla legge nuova spagnola sono intervenuti i vescovi attraverso il segretario generale della Conferenza episcopale del Paese iberico, monsignor Luis Argüello Garcia, vescovo ausiliare di Valladolid. Per il vescovo, bisogna “promuovere una cultura della vita e fare passi concreti per consentire un testamento biologico che permetta ai cittadini spagnoli di esprimere in modo chiaro e determinato il loro desiderio di ricevere cure palliative”.
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Fonti: La Stampa; vaticannews.va (G. La Vella); corriere.it
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