Nell’ambito della gestione delle lesioni cutanee difficili che non tendono alla guarigione appare indicato l’utilizzo di sistemi a corrente alternata diversi studi ne certificano la loro efficacia e la loro economicità rispetto alle medicazioni avanzate tradizionali.
Per questo motivo mi sembra utile segnalare questa opportunità tenendo comunque presente che trattandosi di un metodo che utilizza la corrente pulsata come agente terapeutico non è indicato l’utilizzo per tutti i pazienti, personalmente ho avuto modo di provare questa metodologia se pur avendola avuta a disposizione per un periodo limitato di tempo in prova perciò la ho potuta verificare su un numero ristretto di pazienti e per un tempo limitato ed ho comunque riscontrato buoni risultati.
L’elettrostimolazione (ES) si basa sulla combinazione sinergica del trattamento delle ferite in ambiente umido e degli impulsi fisiologici controllati di corrente monofasica pulsata. Ed è particolarmente indicata in pazienti con ferite complesse che nonostante il trattamento con terapie appropriate non mostrano segni di miglioramento. Ferite croniche, inattive o refrattarie ai trattamenti in uso. Situazioni di elevato dolore legato alla lesione cronica
Le indicazioni di uso per questa tecnologia sono:
L’elettrostimolazione (ES) è indicata per ferite croniche, inattive o refrattarie, quali:
- Ulcere venose dell’arto inferiore
- Ulcere del piede diabetico
- Ferite croniche causate da patologie vascolari
- Ulcere da pressione, stadi II – IV
I principali effetti biologici dell’applicazione dell’elettrostimolazione:
- Aumenta la tensione transcutanea dell’ossigeno nel tessuto
- Aumenta la densità capillare nel tessuto
- Riduce l’edema
- Esercita un effetto antibatterico
- Favorisce la migrazione di macrofagi, fibroblasti e leucociti
- Aumenta la formazione di collagene e collagenasi
- Favorisce la riepitelizzazione
- Riduce in modo significativo il dolore correlato alla lesione
Le Principali controindicazioni da considerare durante l’utilizzo dell’elettrostimolazione sono:
- Necrosi secca con formazione di escara in corrispondenza della lesione o dell’area perilesionale
- Tessuto neoplastico in corrispondenza della lesione o dell’area perilesionale
- Impianti metallici in corrispondenza della lesione o dell’area perilesionale
- gravidanza
- Trombosi venosa profonda degli arti inferiori non trattata e occlusione arteriosa nelle immediate vicinanze della lesione
- osteomielite
- Allergie note ai componenti degli elettrodi di medicazione o di dispersione
- Collegamento simultaneo al paziente di un dispositivo chirurgico ad alta frequenza
Inoltre, controindicazioni relative sono:
- Uso concomitante di altre procedure di elettroterapia (per esempio dispositivi TENS)
- Pazienti in trattamento con anticoagulanti, trombolitici o antiaggreganti piastrinici
- Lesioni sopra la linea mammillare e direttamente sopra al cuore.
Da una revisione della letteratura effettuata nel 2015 dalla “COMMISSIONE REGIONALE DISPOSITIVI MEDICI” della regione Emilia Romagna si evidenziano le seguenti conclusioni sui benefici clinici nell’utilizzo di questa tecnologia
Esistono evidenze e raccomandazioni cliniche che l’elettrostimolazione è efficace per il trattamento delle Lesioni da pressione.
Le principali linee guida internazionali e nazionali considerano l’uso della ES a contatto diretto per il trattamento di lesioni di stadio III e IV o di II recalcitranti. (FdR4 B, AHRQ; FdR A, EPUAP5/NPUAP6; FdR IB, RNAO7; FdR A, Regione Toscana).
La linea guida Pressure Ulcer Prevention and Treatment Following Spinal Cord Injury Clinical Practice Guideline 2nd Edition del Consortium for Spinal Cord Medicine del 2014, raccomanda di utilizzare nei pazienti con lesioni spinali la stimolazione elettrica per promuovere la guarigionedelle ulcere da pressione di stadio III o IV, a meno che non sia controindicato per presenza di osteomielite sottostante non trattata o infezione della lesione. (FdR A)
Ulcere venose arti inferiori
Le linee guida internazionali raccomandano la elettrostimolazione anche nel caso delle ulcere venose croniche dell’arto inferiore quando la terapia convenzionale non agisce sulla lesione entro 30 giorni (FdR A, AAWC8; FdR B, RNAO).
Ulcere del piede diabetico
Nei pazienti con piede diabetico mancano studi di buona qualità metodologica anche se i dati depongono per una migliore progressione verso la guarigione nei pazienti che al trattamento standard delle lesioni associano l’ES.
Nella linea guida del NICE (2011) si afferma di “non offrire la terapia di stimolazione elettrica per la gestione ospedaliera dei pazienti ricoverati con piede diabetico, se non come parte di una sperimentazione clinica”.
Inoltre uno studio britannico costo-utilità (Clegg e Guest) su 18 pazienti con ulcere da pressione e ulcere venose agli arti inferiori indica che vi è un vantaggio economico nell’utilizzo della stimolazione elettrica per le ulcere rispetto al trattamento standard con una riduzione dei costi in 16 settimane del 16% da £ 2.287 a £ 1.921. La riduzione era del 29% per le ulcere venose degli arti inferiori e del 5% per le lesioni da pressione. E’ stata stimata anche una migliore aspettativa di vita di 0.023 QALY per i pazienti trattati con la elettrostimolazione.
In conclusione possiamo quindi affermare che la metodologia appare indicata nel trattamento di lesioni cutanee difficili di varia natura ed eziologia su cui si è dimostrato particolarmente efficace ed economicamente valido,ma non ci sono evidenze sufficienti per raccomandarne l’uso nei pazienti affetti da piede diabetico, inoltre la metodologia ha delle limitazioni di uso dettate dalle controindicazioni sopra citate,ciononostante là dove le condizioni sono favorevoli al suo utilizzo tutta la letteratura esaminata esprime un giudizio lusinghiero sia in termini di vantaggi clinici che economici.
Possiamo perciò concludere affermando che l’utilizzo di questa metodica può essere una valida alternativa alle medicazioni avanzate tradizionali e alla stessa terapia a pressione negativa tenendo anche conto che questa tecnologia contribuisce anche al contenimento della sintomatologia dolorosa e di conseguenza al miglioramento dello standard di vita del paziente.
Angelo De Angelis
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