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Lesioni alla spalla: i consigli degli esperti SIOT

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Un dolore alla spalla che non passa, fatica nei movimenti, magari uno “scatto” fastidioso ogni volta che si solleva il braccio. È così che si manifesta, spesso, una lesione alla cuffia dei rotatori, quella complessa struttura di tendini e muscoli che consente alla spalla di muoversi in tutte le direzioni.

La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) accende i riflettori su un problema molto diffuso, soprattutto dopo i 60 anni, ma non raro neanche tra i più giovani. In Italia, secondo i dati SIOT, circa il 30% degli over 60 presenta alterazioni o rotture della cuffia dei rotatori, con una quota crescente anche tra i più giovani, in particolare tra gli sportivi o chi svolge lavori particolarmente usuranti.

Non è quindi solo una questione di età: “Una cuffia malandata può essere il risultato di una degenerazione progressiva legata al tempo, al fumo o alla postura sbagliata, ma anche ad un trauma improvviso, come una caduta o un movimento sbagliato – spiega la dottoressa Erika Viola, consigliere SIOT e direttore della Uoc di Ortopedia e traumatologia all’Asst Cremona, Ospedale di Cremona –. Sport praticati senza preparazione, inoltre, possono aumentare il rischio, così come una familiarità per questo tipo di patologie. La degenerazione e le lesioni della cuffia non sono sinonimi, ma spesso si succedono e vanno valutate caso per caso: non sempre serve operare, ma è importante riconoscere i segnali d’allarme e intervenire con le giuste terapie”.

I campanelli d’allarme da non ignorare

Dolore alla spalla, soprattutto notturno o durante i movimenti sopra la testa, debolezza, difficoltà nei movimenti, sensazioni di “scatto” o “schiocco” sono sintomi da non sottovalutare. “Le lesioni della cuffia dei rotatori – aggiunge Erika Viola – possono essere anche molto dolorose, a seconda della loro posizione, dimensione e dell’età del soggetto. È importante non sottovalutare il dolore alla spalla, soprattutto se persiste o peggiora nel tempo. La diagnosi inizia con una visita accurata, supportata da esami mirati: non sempre una lesione visibile è la vera causa dei sintomi”.

Fisioterapia, infiltrazioni o chirurgia? Quando è necessario l’intervento

“La chirurgia – evidenzia il professor Pietro Simone Randelli, presidente SIOT, ordinario di Ortopedia all’Università degli Studi di Milano e direttore della Clinica Ortopedica dell’Istituto Gaetano Pini – è indicata nei casi di dolore persistente e debolezza marcata, ma molte lesioni, specie se parziali, possono essere gestite con infiltrazioni mirate, fisioterapia e controlli periodici. Le lesioni anteriori, di grandi dimensioni o in soggetti fragili vanno valutate con attenzione, perché possono progredire più facilmente. In pazienti selezionati l’intervento chirurgico, solitamente artroscopico, rappresenta un’opportunità per il ritorno all’attività sportiva e ad una spalla non dolente nella vita quotidiana”.

Che si tratti di un infortunio sportivo o di una degenerazione dei tendini della cuffia dei rotatori legata al tempo, tornare a una spalla “funzionale” è possibile. I tempi di recupero, però, variano e dipendono da vari fattori come il tempo di inattività della spalla, il tipo di intervento eseguito, la reattività in convalescenza e in riabilitazione. Ma non solo. Fattori come sindrome metabolica o fumo hanno un effetto negativo sul recupero post-chirurgico.

“Evidenze scientifiche – precisa Viola – dimostrano che gli effetti di fumo, insufficienza renale, obesità, iperlipidemia, ipertensione e diabete mellito così come influenzano negativamente l’organismo hanno effetti negativi anche sui tendini della cuffia dei rotatori, sia in termini di sofferenza dei tendini e comparsa di lesioni, sia in termini di guarigione postoperatoria e di recidive”.

Paradossalmente, precisano gli esperti SIOT, mentre una protesi di spalla presenta una convalescenza più breve, l’intervento di riparazione della cuffia dei rotatori richiede una convalescenza più lunga per tornare ad una spalla funzionale.

I 10 consigli pratici degli esperti SIOT per tornare alla spalla che avevamo
  1. Non trascurare il dolore alla spalla: è un segnale importante!
  2. La postura conta: la postura del tronco e delle scapole si modifica nel corso degli anni e può contribuire all’insorgenza di conflitto e lesioni della cuffia.
  3. Non sovraccaricare le spalle con borse pesanti o zaini sbilanciati; allo stesso modo per le donne utilizzare reggiseni con spalline ampie o modelli sportivi durante l’attività fisica: il conflitto con la spalla può determinare una infiammazione cronica delle strutture della spalla.
  4. Limitare pesi eccessivi e movimenti ripetuti al di sopra delle spalle se non si è allenati.
  5. Fare sempre riscaldamento, defaticamento e stretching in caso di sport.
  6. Non tutti gli sport fanno bene alle spalle: in particolare i cosiddetti sport overhead (con gli arti al di sopra della testa), possono usurare precocemente i tendini della cuffia dei rotatori.
  7. La spalla è un’articolazione che, se immobilizzata, tende ad irrigidirsi: quando rigidità e dolore compaiono, può svilupparsi una “capsulite adesiva”: è importante riconoscerne l’esordio per attivare una strategia vincente.
  8. Affidarsi ad un professionista ortopedico se insorgono sintomi: essere precoci permette di ridurre la cronicizzazione delle lesioni.
  9. Le infiltrazioni alla spalla assieme alla fisioterapia in molti pazienti permettono la risoluzione dei quadri clinici acuti alla spalla.
  10. In pazienti selezionati, la chirurgia della cuffia dei rotatori della spalla effettuata da professionisti della SIOT, può permettere un ritorno ad una vita sportiva e relazionale normale.

Redazione Nurse Times

Fonte

SIOT

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