Ha destato scalpore, alcuni giorni fa, il caso di una bambina di otto anni, originaria del Mali, trasportata d’urgenza al Pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce per una presunta caduta in casa – così sosteneva il padre – e il cui trauma al basso ventre, accompagnato da perdite ematiche, sarebbe invece da attribuire a una violenza sessuale. Non solo. Secondo i medici, in passato la piccola sarebbe stata sottoposta a infibulazione, una pratica di mutilazione degli organi genitali esterni femminili ancora in uso in alcuni Paesi africani.
La Procura per i minori di Lecce ha aperto una inchiesta e su quanto accaduto indagano i carabinieri. La bambina, che prima di questa triste vicenda viveva con la famiglia in un comune poco distante dal capoluogo salentino, ora si trova in ambiente protetto.
“Se confermato il sospetto che le ferite siano dovute alla feroce pratica dell’infibulazione, diffusa in Africa e vietata in Italia, saremmo di fronte a un fatto gravissimo e intollerabile” ha affermato in una nota la senatrice Stefania Pucciarelli (Lega), presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.
Redazione Nurse Times
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