Proponiamo un contributo della nostra collaboratrice Morena Allovisio.
Le malattie diarroiche rappresentano, dopo le malattie respiratorie, la seconda causa di morbilità e mortalità nel mondo. Ogni anno sono oltre 1,7 bilioni i casi di malattia diarroica, con circa 2-3 milioni di morti.
La malattia diarroica è la seconda principale causa di mortalità nei bambini sotto i 5 anni (>750.000 bambini/anno), soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove l’incidenza è molto alta a causa di condizioni sanitarie scadenti, approvvigionamento di acque non sicure e carenze nutrizionali. Seppur meno frequentemente, anche nei Paesi ad alto reddito la malattia diarroica rappresenta un serio problema sanitario.
Nello specifico, ecco cosa si intende con determinati termini.
- Enterite: stato infiammatorio a carico dell’intestino tenue.
- Colite ed enterocolite: indicano un interessamento del colon
- Gastroenterite: implica un coinvolgimento, in termini di sintomatologia (nausea, vomito), del primo tratto del tubo digerente.
- Dissenteria: sindrome caratterizzata da diarrea ricca di muco e frequentemente di sangue.
Le modalità di trasmissione degli agenti infettivi nelle enteriti infettive sono:
- Oro-fecale (persona/persona o animale/persona)
- Aerosol droplet infette
- Ingestione di acqua o cibi infetti
- Da contatto con superfici contaminate
A seguito di localizzazione gastro-intestinale i microrganismi coinvolti (batteri, virus,miceti, protozoi) possono esercitare il loro potenziale effetto patogeno localmente oppure diffondere verso altre sedi corporee.
LA DIARREA
- di origine infettiva (infezione di intestino tenue e/o colon da batteri, virus, parassiti) si manifesta con alterata funzionalità intestinale, feci poco formate; è caratterizzata da un incremento del volume e del contenuto d’acqua con incremento della frequenza di scariche (= 3/giorno)
- di origine non infettiva – causata da:
- intolleranza ai cibi
- disordini intestinali (sindrome dell’intestino irritabile)
- malattie (colite ulcerosa, morbo di Crohn, morbo celiaco)
- reazione all’impiego di medicinali.
In relazione alla durata, la diarrea può presentarsi come:
- acuta: un episodio con sintomatologia di durata inferiore a < 14 giorni
- persistente: di durata >14 giorni
- cronica: di durata >30 giorni
Rispetto al quadro clinico-sintomatologico, la diarrea può essere:
- lieve
- moderata
- severa (allettamento paziente)
La diarrea acuta è causata nel 70% dei casi da agenti infettivi. Un ampio spettro di microrganismi è in grado di causare diarrea, con meccanismi patogenetici diversi. Una buona percentuale di sindromi diarroiche rimane ancora oggi a eziologia sconosciuta.
I principali microrganismi responsabili di diarrea sono:
- Virus: Rotavirus, Adenovirus, Norwalk virus, Astrovirus
- Batteri: Salmonella, Shigella, V. cholerae, Staphylococcusaureus, Campylobacter, Helicobacter (limitatamente a H. fenelliaee H. cinaedi), E. coli (enterotossigeni, enteroemorragicio enteoinvasivi), Yersinia, Clostridium.
- Protozoi: Giardia, Entamoeba, Cryptosporidium; Elminti (Strongyloides, Schistosoma); Microsporidi.
- Escherichia Coli: i ceppi patogeni di Escerichia Coli sono classificati in 6 differenti “patotipi” associati a diarrea:
- Shigatoxin-producing Escherichia Coli (STEC) – STEC possono riferirsi anche a Verocytotoxin-producing Escherichia Coli (VTEC) o enterohemorrhagic Escherichia Coli (EHEC); è il patotipo più frequentemente, causa di foodborneoutbreaks (pausa alimentare di malattia di origine alimentare).
- Enteropathogenic Escherichia Coli (EPEC).
- Enterotoxigenic Escherichia Coli (ETEC).
- Enteroaggregative Escherichia Coli (EAEC).
- Enteroinvasive Escherichia Coli (EIEC).
- Diffuselyadherent Escherichia Coli (DAEC).
Purtroppo, ad oggi, non ci sono specifici test biochimici che consentano di differenziare i ceppi enteropatogeni da quelli non patogeni. La tipizzazione di questi microrganismi è riservata esclusivamente a centri di riferimento e si basa su metodi fenotipici (sierotipizzazione) e molecolari.
Le enteriti infettive vengono diagnosticate attraverso i seguenti test di laboratorio:
- Coprocultura
- Esame parassitologico sulle feci
- Tampone fecale
- Tampone rettale
- Ricerca tossina fecale per Clostridium Difficile
- Sierodiagnosi Widal-Wright (W-W) per Salmonella e Brucella
- Emocoltura (per la febbre tifoide)
- Urinocoltura
L’esame microbiologico delle feci andrebbe eseguito in presenza di un forte sospetto clinico-anamnestico di diarrea infettiva (diarrea acuta, protratta, del viaggiatore, in pazienti in età avanzata, immunodepressi).
La coprocoltura è indicata per pazienti con diarrea severa e prolungata, quelli con sintomi di malattia invasiva o quelli con una storia di complicanze associate alla malattia gastrointestinale, diarrea con sangue, iperpiressia.
La coltura delle feci è inoltre un mezzo importante per la sanità pubblica, al fine di individuare e mappare epidemie a livello locale, nazionale e internazionale.
La coprocoltura NON viene effettuata su campioni di feci non diarroiche o in momenti successivi alla scomparsa della sintomatologia, a eccezione di controllo in soggetti con precedenti riscontri colturali positivi per patogeni enterici, per escludere una condizione di “portatore asintomatico”.
La diagnosi eziologica in un soggetto con diarrea acuta è finalizzata:
- Al corretto trattamento farmacologico del paziente.
- Alla prevenzione delle complicanze.
- Alla prevenzione della trasmissione di infezione.
- Alla notifica delle infezione all’Ufficio igiene.
- Ad interventi di bonifica ambientale.
Modalità di raccolta dei campioni
Le feci diarroiche vanno raccolte (0,5-2 g, 5-10 ml), prima della terapia antibiotica, subito dopo l’esordio dei sintomi e comunque in fase acuta. Il prelievo dopo 2-3 giorni dall’ospedalizzazione non ha senso, tranne per la ricerca di Clostridium Difficile. Per la raccolta del campione, utilizzare contenitori sterili. I campioni non devono essere contaminati con urine, con l’acqua dei sanitari o con carta igienica (può contenere sali di bario). In alternativa si può effettuare il tampone fecale.
Il tampone rettale è invece indicato per ricercare la Shigella, la Salmonella, la S. agalactiae, N. gonorrhoeae.
Il trattamento delle enteriti infettive prevede:
- la terapia antibiotica nelle enterocoliti febbrili;
- la terapia antibiotica non è invece indicata per il trattamento di pazienti affetti da gastroenterite in quanto a risoluzione spontanea;
Aspetti fondamentali:
- evitare la disidratazione acuta;
- ripristinare la flora intestinale con fermenti lattici.;
- riservare i farmaci antidiarroici in casi particolari.
Nel paziente ospedalizzato è fondamentale attivare l’isolamento esclusivamente:
- Su indicazione medica.
- Su indicazione del servizio di microbiologia/igiene ospedaliera.
L’isolamento è da contatto e prevede:
- Trasferimento del paziente in stanza singola (in alternativa, adottare isolamento funzionale o di coorte).
- Per personale sanitario e per i familiari del paziente è previsto l’utilizzo di camici monouso, guanti non sterili, strumentario
- Frequente lavaggio delle mani.
Non sono necessarie mascherine o visiera, salvo casi particolari (per esempio, manovre invasive e prolungate nel tempo, che pongano a stretto contatto il paziente con il personale sanitario, esponendo quest’ultimo a rischio di aerosol o di contatto di congiuntive con materiale fecale).
Morena Allovisio
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