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Lazio, certificati di “inidoneità” sotto indagine. Zega (Opi Roma): “L’età media di un infermiere romano è di 47 anni”

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Zega (Opi Roma) sui sindacati medici "Qui non si tratta solo di arroganza, ma anche di una sensibilità professionale"
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Maurizio Zega, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Roma, esprime la sua opinione sulle indagini imminenti della Regione Lazio e sottolinea l’importanza di un approccio strategico alla carenza di personale sanitario.

Maurizio Zega (foto), presidente di Opi Roma, ha commentato le prossime indagini della Regione Lazio sui certificati di “inidoneità” dei dipendenti del Servizio sanitario regionale, evidenziando la necessità di una visione strategica per affrontare le sfide attuali nel settore.

Zega ha accolto favorevolmente i controlli rigorosi, ma ha sottolineato che l’analisi del fenomeno deve andare oltre la mera constatazione, considerando fattori chiave come l’età media elevata degli infermieri e gli effetti della Legge 104/92.

L’analisi di Zega sui certificati di “inidoneità”

“Non possiamo limitarci a constatare il fenomeno degli ‘inidonei’ – afferma Zega -. È essenziale approfondire e comprendere le cause sottostanti, come l’età avanzata della forza lavoro e gli impatti della Legge 104/92.”

Opi Roma ha fornito cifre eloquenti, evidenziando che su 34.505 infermieri iscritti il 44,9% ha più di 50 anni, con il 28% addirittura ultracinquantacinquenni. L’età media di un infermiere romano è di 47 anni. Zega ha affermato che “queste cifre indicano una tendenza preoccupante, specialmente considerando la natura usurante della professione infermieristica”.

La Legge 104/92 e la carenza di personale

Zega ha sottolineato che la carenza di personale non può essere attribuita solo al problema degli “inidonei”, ma anche agli effetti della Legge 104/92. Con sempre più dipendenti che usufruiscono dei benefici previsti dalla legge, si verifica una riduzione della forza lavoro effettiva nei reparti.

“Ogni dieci dipendenti che usufruiscono della Legge 104/92 si ha una risorsa professionale in meno a causa dei previsti tre giorni al mese di assenza -ha dichiarato Zega -. Questo peggiora ulteriormente la situazione della carenza di personale”.

La soluzione proposta

Zega ha concluso affermando che, sebbene i controlli siano benvenuti, risolvere la carenza di personale richiede un approccio più ampio: “Non possiamo illuderci di risolvere il problema con misure di opportuna severità. È necessaria un’attenta politica sanitaria orientata a una graduale riduzione dell’età media dei professionisti”.

Zega ha sottolineato l’importanza di una pianificazione a lungo termine per affrontare la sfida strutturale, evidenziando la necessità di guardare al futuro e pianificare con saggezza per garantire una forza lavoro infermieristica adeguata.

In conclusione Zega ha invitato a considerare il problema nella sua complessità, evitando soluzioni temporanee e adottando misure che garantiscano una forza lavoro sanitaria sostenibile nel lungo periodo.

Redazione Nurse Times

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