La Corte di Cassazione riafferma i diritti dei lavoratori disabili, ribadendo l’obbligo di accomodamenti ragionevoli per gli operatori socio sanitari.
Nell’ordinanza del 26 febbraio 2024, n. 5048, la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha stabilito che nel contesto del pubblico impiego privatizzato la legge e la contrattazione collettiva devono garantire una tutela costitutiva adeguata ai lavoratori disabili con limitazioni funzionali.
Il nuovo pronunciamento ha confermato il principio affermato in precedenza (Cass. Sez. Lavoro, n. 6497 del 9/03/2021) secondo cui è obbligatorio valutare la possibilità di adottare “ragionevoli accomodamenti” per consentire ai lavoratori con disabilità di svolgere la loro mansione in un ambiente lavorativo compatibile con le loro limitazioni.
L’ordinanza si basa anche sulla direttiva 2000/78, la quale stabilisce che i datori di lavoro devono adottare “soluzioni ragionevoli” per i lavoratori disabili, garantendo il rispetto del principio di parità di trattamento. Queste soluzioni devono essere adottate in base alle esigenze specifiche della situazione lavorativa e non devono richiedere oneri finanziari sproporzionati.
La Corte di Cassazione ha inoltre ribadito che la ragionevolezza guida l’interazione tra i lavoratori disabili e l’ambiente di lavoro, richiedendo a tutte le parti coinvolte di preservare gli interessi reciproci e di agire in modo da garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori con disabilità.
Questo nuovo pronunciamento riafferma l’importanza della tutela dei diritti dei lavoratori disabili e sottolinea l’obbligo dei datori di lavoro di adottare soluzioni ragionevoli per garantire una parità di trattamento e un ambiente lavorativo inclusivo per tutti i dipendenti, indipendentemente dalle loro limitazioni funzionali.
Redazione Nurse Times
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