L’attrice e conduttrice televisiva italiana Laura Lattuada si presenta ai lettori di Nurse Times in una speciale intervista per #NurseOnEye.
“Personalmente, sono la persona meno adatta per parlare di infermieri perché non sono molto competente, e oltretutto fino ad un mese fa non ho mai avuto a che fare con gli ospedali; però, in questo momento mi è capitato, per una serie di motivi, di dover frequentare quotidianamente un piccolissimo ospedale in Umbria, ad Amelia, per mia madre, ricoverata a seguito di una frattura di femore.
Questa struttura ha pochissimi degenti, ma ha un’eccellenza, una grande attenzione nei confronti del malato, e in merito a ciò, il mio giudizio sul servizio sanitario è ottimo; essendo però un ospedale molto piccolo, rischia di essere chiuso in seguito all’accorpamento col nosocomio di Terni.
Ho notato che a seguito dei tagli strutturali nella sanità non si fa molta attenzione alla qualità dell’assistenza al malato che bisognerebbe privilegiare, e mai come in questo momento mi accorgo di come la componente umana nella guarigione di una qualsiasi malattia, anche di una frattura del femore, favorisca la persona anziana nella guarigione: se sta bene psicologicamente mangia e guarisce prima, mettendoci più energia e forza di volontà.
A seguito della mia scarsa informazione sulla realtà sanitaria, ritengo che è fondamentale che il personale sanitario che gestisce i malati deve porre molta attenzione al rispetto della dignità umana che in queste situazioni un po’ si perde, e quindi è importantissimo che ci siano delle persone che riescano a far sentire comunque un essere umano anche quello che per una serie di motivi diventa un po’ come un neonato; in grandi ospedali come il Gemelli e il Fatebenefratelli a Roma o il Niguarda a Milano queste attenzioni sono più difficili da ricevere perché si è più un numero, invece in un ospedale un po’ più piccolo la persona viene chiamata con il suo nome e viene seguita maggiormente.”
Il ruolo della cultura per la professione infermieristica, secondo la Lattuada, a prescindere da quello che si fa, è importante perché fa bene, è una ginnastica della mente e dell’anima, e migliora le relazioni con le persone con cui si lavora ma soprattutto con se stessi.
Tornando alle problematiche del sistema sanitario, l’attrice ritiene che da una parte bisogna salvare questa Italia in difficoltà,preservarla, curarla e guarirla, dall’altra parte però devono esserci le condizioni per farlo, e se manca la materia prima che può tenere tutto in piedi, c’è qualcosa che non torna. Il problema non è nell’investimento delle risorse, anche se i politici dicono che i fondi non ci sono, ma nella loro ottimizzazione, per garantire un servizio a tutti i cittadini onesti che pagano le tasse.
Concludendo l’intervista,la Lattuada lascia questa breve dichiarazione: “In questo momento io amo tutti gli infermieri e le infermiere: se siete tutti come i vostri colleghi che sto frequentando, vi amo!”
Savino Petruzzelli
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