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L’ARNAS Garibaldi di Catania celebra la Giornata Mondiale sull’igiene delle mani e premia i propri operatori sanitari

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Non è inusuale leggere sulla stampa del divario esistente in campo sanitario tra le regioni del nord e quelle del sud, e talvolta, persino del gap tra Aziende Ospedaliere all’interno di una stessa regione.

Diversi rapporti hanno dato conto di queste differenze, tra questi il “Rapporto Osservasalute 2016” pubblicato recentemente dall’Osservatorio nazionale dell’Università Cattolica di Roma che fa il punto sullo stato di salute della popolazione e sull’assistenza sanitaria nelle regioni italiane, entrando nel merito delle divergenze profonde all’interno del Servizio Sanitario.

Anche i risultati di un’indagine europea, condotta dall’ECDC, (HALT-2) delineano scenari poco rassicuranti per ciò che concerne le infezioni ospedaliere.

Nel 2013 in Europa si sono verificate nelle lungodegenze 4,2 milioni di infezioni correlate all’assistenza e 3,5 milioni negli ospedali per acuti.

La crisi economica di questi ultimi anni associata all’aumento delle patologie croniche, alla riduzione degli investimenti in campo sanitario e all’invecchiamento della popolazione ha fatto sì che l’aspettativa di vita in crescita negli ultimi anni si sia fermata e che si muoia di più al Sud rispetto al Nord, di contro ci viene chiesto dalle Regioni e dal Ministero di essere più performanti, di erogare cure in sicurezza e di fare dell’appropriatezza, sia clinica che prescrittiva, un mantra.

Come si inserisce in un contesto del genere la celebrazione della Giornata Mondiale sull’igiene delle mani, che si festeggia globalmente dal 2005, ogni anno il 5 di maggio?

La lotta alle infezioni ed in particolare a quelle correlate all’assistenza (I.C.A.), è un obiettivo delle Direzioni strategiche delle Aziende Ospedaliere, e questo non solo perché è un obbligo etico dei professionisti sanitari verso i pazienti oltre che legale, ma anche perché prevenire le infezioni correlate all’assistenza conviene a tutti.

La prevenzione fa sì che non si instaurino malattie più severe, che non ci sia un prolungamento della degenza e che non ci siano alti costi individuali per i pazienti e le loro famiglie e costi economici aggiuntivi, per le Aziende stesse e quindi anche per la comunità.

Premesso che, anche con tutti gli sforzi messi in campo, non è possibile prevenire tutte le infezioni correlate all’assistenza (I.C.A.), alcuni studi hanno dimostrato che la quota di infezioni prevenibile sia molto più ampia di quanto creduto fino a poco tempo fa: si stima che siano prevenibili fino al 65-70% dei casi di batteriemie correlate a catetere vascolare e di infezioni urinarie correlate a catetere vescicale, come anche il 55% dei casi di VAP (polmoniti associate a ventilazione) e di ISC (infezioni del sito chirurgico).

Banalmente, possiamo affermare che il lavaggio delle mani è l’azione costo-efficacia migliore che ogni operatore possa mettere in atto per spezzare la catena delle infezioni.

La giornata del cinque maggio è stata istituita nel 2005 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e scelta per ricordare i cinque momenti fondamentali dell’igiene delle mani in ambito sanitario, le cinque dita di una mano, il quinto giorno del quinto mese dell’anno ed i cinque cardini della strategia multimodale dell’OMS, per implementare questa pratica negli Ospedali di tutto il mondo.

Dicevamo delle difficoltà che vivono i cittadini/utenti/pazienti del meridione d’Italia, ma queste stesse difficoltà sono condivise dalle Aziende Ospedaliere, in molte Regioni difatti si è ancora in piano di rientro, con gli organici al palo per via del blocco delle assunzioni. In questo contesto a tinte chiaroscure, le Aziende sono impegnate sempre più nella lotta alle infezioni.

Dedicare del personale medico ed infermieristico al controllo e alla prevenzione del rischio infettivo va nella direzione dell’impegno alla tutela della salute dei cittadini. Sempre più nelle Aziende Ospedaliere meridionali risulta essere presente un gruppo di professionisti dedito alla lotta contro le infezioni, oltre alla presenza prevista da alcune Circolari Ministeriali datate, dei Comitati per le Infezioni Ospedaliere (C.I.O.) e alla presenza dei gruppi operativi, che sono formati da professionisti medici, infermieri, tecnici, microbiologi, farmacisti ed altre figure ancora.

Celebrare, quindi, la Giornata Mondiale sull’igiene delle mani e gli operatori che si impegnano con grande dedizione e sensibilità alla cura dei pazienti, non è soltanto un gesto simbolico ma va nella direzione del miglioramento delle cure ai nostri pazienti passando attraverso azioni concrete.

Ed è quello che ha fatto l’ARNAS Garibaldi di Catania, giorno 3 maggio 2017. Costretti ad anticipare la celebrazione per motivi organizzativi, alla giornata hanno partecipato numerosi medici, coordinatori infermieristici, Direttori di Unità operative, infermieri e oss.

Dott. G. G. Santonocito

Ha aperto la celebrazione il Direttore Generale dell’ARNAS Garibaldi, il Dott. Giorgio Giulio Santonocito, il quale dopo aver salutato i presenti ha parlato degli sforzi e degli impegni presi dall’Azienda per erogare cure in sicurezza, nonostante le difficoltà che si hanno in una Regione come la Sicilia, che ha visto dopo tanti anni l’emanazione della Rete Ospedaliera.

Il Direttore Generale Santonocito, ha ribadito l’importanza di iniziative che mirano a coinvolgere il personale a partire dalla formazione martellante che viene fatta su queste tematiche.

A seguire il Direttore Sanitario Aziendale, la Dott.ssa Anna Rita Mattaliano ha illustrato la campagna dell’Oms sull’igiene delle mani, tracciandone brevemente la storia. E’ stata ricordata la figura del medico ungherese, Semmelweiss, che per primo ha avuto il merito di proporre ed imporre il lavaggio delle mani ai medici della seconda clinica ostetrica dell’Ospedale di Vienna, al fine di combattere la febbre puerperale che mieteva molte vittime a fine ottocento tra le partorienti.

Dott.ssa A. R. Mattaliano

Il Direttore Sanitario, ha continuato poi spiegando l’importanza del lavaggio delle mani nel prevenire le I.C.A., ha ricordato le Linee Guida dell’OMS sul lavaggio delle mani, ricordando come noi occidentali abbiamo la fortuna di avere a disposizione quel bene prezioso che è l’acqua che sgorga dai rubinetti e non da taniche appese a dei semplici ramoscelli, come purtroppo avviene in molte parti del mondo.

Ha ribadito, per finire l’importanza della formazione, (a cui peraltro, ed è una vera eccezione per i Direttori Sanitari Aziendali, si dedica personalmente).

A seguire, la Dott.ssa Rosaria Palermo, l’Infermiera Specialista del Rischio Infettivo della Azienda, ha illustrato i dati delle osservazioni dirette dell’igiene delle mani, secondo il modello dell’OMS, e i dati indiretti del consumo della molecola idroalcolica e del consumo dei saponi antisettici dei vari reparti dell’azienda.

Tutto questo perché senza dati, non possiamo analizzare il contesto e proporre azioni di miglioramento.

A chiusura di questa celebrazione sono state premiate alcune Unità Operative che hanno dimostrato particolare sensibilità verso l’argomento ed in particolare la Neonatologia con Utin (Presidio Garibaldi Nesima), dove da sempre infermieri e medici sono impegnati nell’erogare cure sicure ai loro piccolissimi pazienti, la Pneumologia (Presidio del Garibaldi Nesima), che ha visto incrementare nel corso di questo ultimo anno adesione e consumo di molecola idroalcolica ed infine gli infermieri e i medici e il personale di supporto della Rianimazione del Presidio Garibaldi Centro.

La consegna delle targhe celebrative può essere considerato dai più solo un gesto simbolico, in realtà dietro una semplice pacca sulle spalle c’è molto di più, il voler riconoscere i meriti degli operatori sanitari ringraziandoli per il lavoro che fanno a dispetto di tuti i vincoli, economici e legislativi.

Non una volta tanto, come potrebbero pensare alcuni, ma una volta di più si dimostra come i professionisti abbiano a cura la salute dei propri pazienti, al Sud come al Nord. Nulla è frutto del caso, il lavoro serio paga e questo è un bene per tutti, professionisti e pazienti.

 

Giuseppe Papagni

 

Fonti:

www.who.int

www.osservatoriosullasalute.it

ecdc.europa.eu

Bollettino Ufficiale Regione Emilia Romagna N.92 del 09 Aprile 2013 – Deliberazione N. 318

 

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