Gaza City, 14 ottobre 2023 – In mezzo al caos di Gaza, un infermiere palestinese, Khaled Abu Ghali, ha condiviso una testimonianza importante sulla situazione disperata che sta vivendo la popolazione locale e il sistema sanitario di Gaza. Attualmente impegnato come volontario con la Palestine Red Crescent Society, un’organizzazione palestinese riconosciuta a livello internazionale che fornisce assistenza medica, sociale e umanitaria, Khaled ha descritto una situazione che sta portando la struttura sanitaria di Gaza sull’orlo del collasso.
Ospedali al collasso
Non solo la popolazione di Gaza deve affrontare bombe, la carenza di cibo e di acqua, ma anche una crisi critica del sistema sanitario che potrebbe portare a ulteriori perdite di vite umane nei prossimi giorni. La centrale elettrica di Gaza è stata costretta a chiudere a causa della carenza di carburante, e gli ospedali funzionano attualmente a basso voltaggio. C’è addirittura il rischio che presto possano rimanere completamente senza energia. Nel frattempo, il carburante scarseggia anche per i mezzi di soccorso, che potrebbero non avere più la benzina necessaria per soccorrere i feriti nelle zone colpite dai bombardamenti.
Pazienti a rischio
Il collasso del sistema sanitario avrebbe conseguenze devastanti sui feriti, che al momento sono già oltre 6.000. Ma c’è un ulteriore rischio: pazienti che sono già in cura negli ospedali potrebbero non ricevere più le terapie salvavita di cui necessitano. Khaled ha condiviso le preoccupazioni del Ministro per la Salute palestinese, che ha affermato che a causa della carenza di carburante, non sarà possibile garantire l’elettricità anche agli ospedali. Questo potrebbe mettere a rischio pazienti in dialisi, neonati prematuri, e pazienti in terapia intensiva. Si tratta di un crimine umanitario, come sottolinea Khaled.
Energie al limite
Le forze del personale sanitario di Gaza sono anch’esse prossime al limite. Dopo sei giorni di lavoro ininterrotto per assistere i feriti, infermieri, medici e soccorritori sono esausti. Nel frattempo, il numero dei morti continua a salire, con i frigoriferi mortuari che non riescono a far fronte all’alto numero di vittime. Gaza non ha mai sperimentato una situazione così drammatica.
Sacrificio di operatori sanitari
Nel contesto di questo conflitto, dobbiamo ricordare il sacrificio di tanti operatori sanitari. Giunge da poco la notizia della morte di quattro operatori sanitari della Mezza Luna Rossa Palestinese, Hatem Awad, Khalil Al-Sharif, Yisry Al-Masri e Ahmed Dahman. Hanno perso la vita mentre erano impegnati a fornire assistenza medica alle persone in situazioni di emergenza. Sono stati vittime di un attacco indiscriminato che ha colpito un’ambulanza chiaramente identificata come veicolo medico. Questo tragico evento è una testimonianza della difficoltà e del pericolo che gli operatori umanitari affrontano mentre cercano di aiutare coloro che soffrono in mezzo al conflitto.
Il numero di morti è aumentato da 1.200 a 1.417 in poche ore, il 60% dei morti sono donne e bambini. Il sistema sanitario è sull’orlo del collasso, e il rischio di ulteriori perdite di vite umane è imminente. L’intervento urgente della comunità internazionale è cruciale per alleviare questa sofferenza e porre fine al conflitto.
Redazione NurseTimes
Fonte: Radio Città Fujiko (articolo di Anna Uras)
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Scarica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org/index.php
Lascia un commento