Il termine neonatale proviene dal termine neo, che significa nuovo e natale, che significa la nascita
Un infermiere neonatale è responsabile della cura del primo periodo di vita di un infante, solitamente l’iniziale i 28 giorni, sebbene questo possa essere esteso in alcuni casi. Si occupano di tutti gli infanti, compreso coloro che è in buona salute, coloro che ha alcune complicazioni e coloro che è criticamente malato e richiede la terapia intensiva.
Naturalmente, il livello di cura richiesto per ogni infante differirà considerevolmente secondo la situazione. Queste settimane primissime della vita di un infante portano i cambiamenti, le transizioni e le sfide significativi per l’infante ed i nuovi genitori ed il ruolo dell’infermiere neonatale è importante per questo motivo.
Visto gli importanti cambiamenti fisiologici che accompagnano il processo del parto, è necessario che sia presente un neonatologo con competenze rianimatorie al momento del parto. L’età gestazionale e i parametri di crescita aiutano ad identificare il rischio di patologia neonatale. Circa il 10% nei neonati richiede assistenza respiratoria al momento della nascita. Meno dell’1% ha bisogno di una rianimazione prolungata.
L’incidenza aumenta significativamente se il peso alla nascita è < 1500 g.In ogni soggetto, una rianimazione tempestiva e adeguata può fare la differenza tra sopravvivenza, sopravvivenza con esiti neurologici, o la morte. Questo principio si applica anche ai neonati, che sono ancora più esposti al rischio di arresto cardiopolmonare rispetto alla popolazione adulta.
Rianimazione cardiopolmonare: il ruolo dell’infermiere
Gli infermieri nelle terapie intensive neonatali sono spesso i primi a testimoniare episodi di arresto cardiaco. Pertanto devono essere preparati ad ogni evenienza in caso di arresto cardiaco in reparto, ed essere pronti a fornire le prime manovre di soccorso, compreso BLS e somministrazione di ossigeno.
Ovviamente un riconoscimento precoce di qualsiasi problematica in termini di parametri vitali può essere efficace per evitare o limitare il rischio di arresto cardiaco, spingendo per un intervento adeguato da parte del team medico.
Le valutazioni iniziali, per tutti i neonati, consistono nella stimolazione tramite il calore, nell’asciugarli e nel favorire la respirazione (p. es., sfregando le piante dei piedi, strofinando la schiena). La prevenzione dell’ipotermia è un fattore critico nella rianimazione. Se si palesa un ostacolo alla respirazione spontanea, le vie aeree vengono aspirate tramite un aspiratore a bulbo o un catetere di aspirazione. L’aspirazione non si è dimostrata utile nei bambini senza evidente ostruzione, anche se il liquido amniotico era tinto di meconio (precedentemente, l’aspirazione veniva). Se è richiesta un’aspirazione con un catetere, devono essere utilizzati cateteri di dimensioni adeguate e limiti di pressione di 100 mmHg (136 cm H2O). I neonati che non rispondono con respirazione e frequenza cardiaca appropriate possono richiedere ventilazione a pressione positiva, somministrazione di O2, e, più raramente, compressioni toraciche.
Metodo di Valutazione
Il punteggio di Apgar è usato alla nascita per descrivere le condizioni di un neonato. Non è utilizzato per guidare la necessità di rianimazione o per determinare la prognosi neurologica a lungo termine. Il punteggio di Apgar assegna da 0 a 2 punti per ciascuno dei 5 parametri della salute del neonato (aspetto, frequenza cardiaca, risposta al cateterismo nasale e alla stimolazione tattile, tono muscolare, respirazione, Punteggio di Apgar).
I punteggi dipendono dalla maturazione fisiologica, dal trattamento perinatale della madre, e dalle condizioni cardiorespiratorie e neurologiche fetali.
Un punteggio da 7 a 10 a 5 min è considerato normale; tra 4 e 6, intermedio; e tra 0 e 3, basso. Un basso punteggio di Apgar non è di per sé diagnostico di asfissia perinatale, ma si associa con un rischio di disfunzione neurologica a lungo termine. Un punteggio di Apgar persistentemente basso (0-3 a 5 min) è associato a un aumento della mortalità neonatale.
I segni dell’asfissia sono respirazione depressa, tono muscolare, risposta riflessa e frequenza cardiaca. Un’efficace rianimazione porta inizialmente a un aumento della frequenza cardiaca, seguita dal miglioramento della risposta riflessa, del colorito, della respirazione e del tono muscolare.
Riscontro di distress fetale intraparto, persistenza di un punteggio di Apgar 0-3 per > 5 minuti, pH ematico < 7 dell’arteria ombelicale e una sindrome neurologica neonatale persistente che comprende ipotonia, coma, convulsioni e la presenza di una disfunzione multiorgano sono le manifestazioni di asfissia perinatale. La gravità e la prognosi dell’encefalopatia postipossica possono essere stimate dalla classificazione di Sarnat (Stadiazione clinica dell’encefalopatia post-ipossica) insieme all’elettroencefalografia, all’imaging neuroradiologico e ai potenziali evocati uditivi del tronco encefalico e corticali.
Federica Bonaventura
Fonti:
- Wyckoff M. H., Aziz K., Escobedo M. B., Kapadia V.S., Kattwinkel J., Perlman J. M. et al. Part 13: Neonatal Resuscitation 2015 American Heart Association Guidelines
- www.gfmer.ch/Guidelines/Neonatologia_it/Rianimazione-neonatale.htm
- msdmanuals.com/it-it/professionale/pediatria/problemi-perinatali/rianimazione-neonatale
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