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Gli ospedali di comunità sono realtà a Brindisi. La Fials: “Siano affidati agli infermieri”

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Gli ospedali di comunità sono realtà a Brindis. La Fias
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Il segretario del sindacato, Giuseppe Carbone, lo scrive in una lettera inviata ai sindaci di Fasano e Mesagne, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e al direttore generale della Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone

 

BRINDISI – Venerdì  3 novembre il taglio del nastro c’è stato a Fasano, lunedì prossimo , 6 novembre, la cerimonia inaugurale si ripeterà a Mesagne. Gli ospedali di comunità, come previsto dal piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia, sono realtà in provincia di Brindisi, una novità salutata con soddisfazione dal sindacato Fials – Confsalperché la trasformazione dei due ex stabilimenti ospedalieri in moderni ospedali di comunità, apre sia a una migliore gestione delle patologie croniche e sia alla possibilità di nuovi posti di lavoro per il personale infermieristico ed Oss” spiega il segretario Giuseppe Carbone.

Ed è questa la vera sfida che dovrebbe essere affrontata con le due strutture di Fasano e Mesagne. Lo ribadisce Carbone in una lettera inviata ai sindaci delle due città Francesco Zaccaria e Pompeo Molfetta, al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e al direttore generale della Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone. “L’apertura degli ospedali di comunità rappresenta uno strumento fondamentale in una provincia come la nostra, caratterizzata dall’aumento dell’età media della popolazione, per assicurare la continuità delle cure a tutte quelle persone, spesso anziane e affette da patologie croniche, che necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio.

Questo nuovo modello organizzativo, già adottato, in parte a Cisternino, è ispirato a una visione dell’assistenza che va incontro alle fasce sociali più fragili e che consentirà una gestione più efficiente delle cronicità, eliminando i ricoveri impropri e andando a snellire quei reparti degli ospedali, come ad esempio Geriatria, Pneumologia e Medicina Generale, caratterizzati da un cronico sovraffollamento.

Siamo certi che l’apertura, o meglio l’attivazione reale dei due ospedali di comunità consentirà –  scrive Carbone –  di dare il giusto rilievo anche alla professione infermieristica, in quanto questa struttura sarà gestita proprio dagli infermieri (fermo restando la responsabilità del processo assistenziale clinico al medico di medicina generale), per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini e a garantire l’applicazione di percorsi assistenziali condivisi che puntano al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria erogata e all’integrazione tra tutte le figure professionali, come anche, auspichiamo permetterà la possibilità di nuovi posti di lavoro.

Non possiamo accettare come la direzione aziendale abbia voluto dare in diretta gestione dei medici di medicina generale gli ospedali di comunità, diversamente a quanto avviene in tutti gli ospedali di comunità delle varie regioni, come in ultimo la Regione Abruzzo, dove vi è la diretta gestione degli infermieri.

Saprà bene, il direttore generale della Asl Br, come i medici di medicina generale, nell’attuale ospedale di comunità di Cisternino, dedicano appena un’ora delle loro attività sulle 24 ore giornaliere ai propri pazienti ricoverati nella struttura, rimanendo solo disponibili su chiamata degli infermieri e con ripetizione di attività, spesse volte, di esclusiva pertinenza infermieristica.

Tutta la gestione e l’attività assistenziale, invece, ricade unicamente sul personale infermieristico. La richiesta della Fials al direttore generale, come anche al presidente della giunta regionale, è rivedere la posizione assunta sulla “gestione” degli ospedali di comunità che non può che avere la caratteristica infermieristica e non certamente gestione medica”.

 

Salvatore Petrarolo

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