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La sessualità, un aspetto spesso trascurato nella pratica clinica infermieristica

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La sessualità, un aspetto spesso trascurato nella pratica clinica infermieristica
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Riceviamo e pubblichiamo un interessante contributo a cura della dott.ssa Anna Sberna (psicologa clinica-sessuologa, infermiera) e del dott. Alessandro Aguzzi (laureato magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche).

La sessualità riveste un ruolo fondamentale nella vita di ciascuno di noi, riflettendosi a livello sociale, motivazionale e comportamentale. Se da un lato questo appare scontato, dall’altro assistiamo ad una carenza importante di letteratura scientifica infermieristica su tale ambito.

In una relazione di coppia la sessualità può essere la maggiore espressione comunicativa, il momento più empatico, la risonanza dell’amore, il momento dove senza parole, col solo linguaggio del corpo, si possono trasmettere i messaggi più profondi del nostro essere. Precludersi dallo scambio di tali emozioni è come rinunciare ad una parte della nostra vita ed è una delle cause più frequenti della fine di un rapporto.

Non dimentichiamo che nell’antichità, eros, era anche inteso come “forza che tiene uniti elementi diversi e talora contrastanti senza arrivare ad annullarli”. Qualsiasi sia la ragione di questa rinuncia, sia essa paura, rabbia, ansia, stress, oppure noia, è necessario riappropriarsi di quella parte, di quella energia vitale, non lasciare che il tempo passi e ci trovi inermi ed immobili.

La consapevolezza di quello che ci sta succedendo è il primo passo verso la giusta direzione, un Io consapevole non patisce ma può combattere e rielaborare. Non bisogna mai dimenticare che le problematiche sessuali da un punto di vista psicologico, vanno considerate come un problema della coppia e non del singolo soggetto, per così concentrarsi sul significato e sulla funzione di quel particolare sintomo.

Supportati dalle attuali evidenze scientifiche, dobbiamo prendere in considerazione tanto l’aspetto biologico quanto quello psicologico, poiché nella maggior parte dei casi, entrambi questi aspetti ne prendono parte.

Un altro aspetto importante è considerare che, la risposta sessuale nei differenti generi  non è  analoga,  infatti,  l’interesse sessuale, la  motivazione,  l’arousal  e  il  piacere  possono  essere  esperiti differentemente nei  due generi (Sungur, Gündüz, 2014).

Importanti ricerche come quella riportata di seguito facilitano a una migliore comprensione delle basi neuronali della sessualità umana che potrebbe beneficiare del trattamento delle disfunzioni psicosessuali. Nell’articolo Men versus women on sexual brain function: Prominent differences during tactile genital stimulation, but not during orgasm si deduce che le differenze biologiche nella sessualità maschile e femminile sono evidenti nell’ambito comportamentale, ma i meccanismi centrali che spiegano queste differenze comportamentali di genere rimangono poco chiari. In questo studio, sono stati uniti due precedenti serie di dati di tomografia a emissione di positroni per consentire un confronto metodico delle risposte cerebrali negli uomini e nelle donne eterosessuali durante la stimolazione sessuale e durante l’orgasmo.

I punti comuni di genere erano più evidenti durante l’orgasmo, una fase che mostrava attivazioni nel lobo anteriore del verme cerebellare e nei nuclei cerebellari profondi e disattivazioni nella corteccia ventromediale sinistra e nella corteccia orbitofrontale sia negli uomini che nelle donne. Durante la stimolazione genitale tattile, sono stati trovati disattivazioni nell’amigdala destra e nel giro fusiforme sinistro per entrambi i sessi. Durante questa fase sono state osservate differenze di genere importanti: le aree frontali parietali (corteccia motoria, area somato-sensoriale e corteccia parietale posteriore) sono state attivate maggiormente nelle donne, mentre negli uomini, il claustrum destro e la corteccia occipitotemporale ventrale hanno mostrato maggiore attivazione.

L’unica importante differenza di genere durante l’orgasmo era l’attivazione polarizzata dal maschio della materia grigia periacqueduttale. Da questi risultati, è stato concluso che durante l’atto sessuale, le risposte cerebrali differenziali tra i sessi sono principalmente legate alla fase stimolante (plateau) e non alla fase orgasmica stessa (Hum Brain Mapp, Volume 30, Issue 10, October 2009, Pages 3.089-3.101).

In una visione olistica del concetto di salute, non possiamo più trascurare il fatto che la persona è l’insieme delle sue molteplici ed uniche dimensioni; fondamentale quindi diventa la collaborazione tra le varie figure professionali dove l’infermiere assume un ruolo basilare.

L’infermiere , osserverà e valuterà il paziente  nella sua totalità nell’intento di comprendere le varie parti che lo definiscono e che inevitabilmente interagiscono tra loro. Nella sua formazione diventa così indispensabile l’apprendimento di modalità di valutazione che possano affrontare ogni diverso aspetto della vita di un individuo, compresa la sua sessualità.

Tra gli strumenti che l’infermiere ha a disposizione possiamo ricordare la valutazione attraverso i modelli funzionali di Gordon, dove l’aspetto sessuale, come di seguito possiamo vedere, non è affatto trascurato.

Accertamento secondo il modello Funzionale di Gordon

Accertamento significa valutazione; è un piano intenzionale e sistemico basato sulla raccolta e l’organizzazione delle informazioni. La salute all’interno de modelli funzionali, è intesa come il livello ottimale di funzionamento che permette alle persone, alle famiglie o alle comunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. I modelli funzionali sono sempre valutati rispetto all’età e ai valori normali correlati allo sviluppo, quando sono presenti valori di riferimento. Ciascuno degli 11 modelli non deve essere considerato fine a se stesso ma fa sempre parte di un unicum, espressione finale del benessere bio-psico-socio-spirituale. Utilizzare l’accertamento funzionale è utile quando l’assistenza è orientata alla persona ed alla famiglia, piuttosto che solo alla malattia.

L’utilizzo della classificazione della Gordon permette all’infermiere di identificare i modelli che sono funzionali e quelli che sono disfunzionali. Al punto 9 Valuta l’espressione sessuale del paziente in relazione al suo stadio di sviluppo, alla sua soddisfazione e al modello riproduttivo; i parametri per l’accertamento comprendono la percezione da parte del paziente del proprio ruolo e della propria salute sessuale, lo stadio riproduttivo della donna (pre-post menopausa), e in rapporto ad esso gli eventuali problemi percepiti.

9 MODELLO DI SESSUALITÀ – RIPRODUZIONE M. disfunzionale: □ Se donna (se appropriato) Ultima mestruazione: …………………………… in menopausa □ In gravidanza: no □ si □con figli □……………….Utilizzo contraccezione EP □ si □ no □ se uomo (se appropriato) : disturbi □ no □ si □ riferibili a □ effetti collaterali dei farmaci □ problemi di salute □ interventi □ altro □ __________________ ci sono cambiamenti nella funzione/nel modello no □ si □ ____________________ altro ___________________________________________________________________________ diagnosi infermieristiche.

In conclusione, diventa evidente come l’apprendimento non solo di nozioni mediche ma anche di quelle delle scienze psicologiche, sia la base con cui rafforzare e consolidare le capacità di relazionarsi con il paziente, con l’obiettivo di giungere a conclusioni diagnostico-progettuali sempre più adeguate.

Di fondamentale importanza sarebbe anche puntare sulla formazione e incentivare la produzione scientifica in merito a tale aspetto, vincendo quei pregiudizi che spesso ci impediscono di “entrare” nella sfera intima del paziente, considerandola alla stregua di tutte le altre “sfere” meritevoli di accertamento.

L’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra infermiere e paziente potrà dare a quest’ultimo la possibilità di essere ascoltato in piena serenità e di trovare una soluzione al proprio problema.

Redazione Nurse Time

 

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