Dal 1997, accanto agli uffici direzionali del nosocomio leccese “Vito Fazzi”, vi è una struttura, un rustico fatiscente che “in illo tempore” avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello, la punta di diamante della formazione sanitaria salentina.
Una vicenda annosa, fra contenziosi, ditte fallite e problemi progettuali riportati in un articolo pubblicato da leccesette e datato 5 aprile 2016.
Nei prossimi giorni, a quanto pare (la “soffiata” giunge dall’Associazione di volontariato Salute Salento), l’Asl locale dovrebbe interpellare le imprese che già nel 1997 presero parte al bando di gara per la costruzione della “Scuola Infermieri professionali e Tecnici di laboratorio” con l’intento, di continuare quei lavori rimasti interrotti (le condizioni dovrebbero essere quelle formulate poco più di 18 anni addietro) e che han dato alla luce, finora, solo uno scheletro cinturato da impalcature.
Il 15 marzo scorso, la direttrice dell’Asl nella figura della dottoressa Silvana Melli, ha firmato la risoluzione del contratto. Il bando – a mente d’uomo – fu assegnato in primis alla ditta “Filippo Di Ciolla” di Rutigliano con un ribasso del 20%. Ma la ditta, in corso d’opera fallì ed i lavori, vennero interrotti.
In realtà, la storia intorno a quest’edificio, esordì male sin dagli albori. Dopo lo scavo per le fondamenta, infatti, sorse da subito un contenzioso per la profondità dei plinti (realizzati a una quota più bassa). Variante non riconosciuta che costrinse al blocco dei lavori.
Venne così ripresentato l’appalto che prevedeva la demolizione dei vecchi plinti ma, tale progetto datato 2002, rimase nel dimenticatoio per ben dieci anni .
Nel marzo 2012 fu stipulato un nuovo contratto con l’impresa “Cosimo De Paolis & Fernando Frisenda” di Copertino (alla cifra di 533mila 621,64 euro), con un ribasso circa del 51%.
Da quel giorno trascorsero un anno e due mesi in cui l’Asl, liquidò un primo acconto di 300mila euro ma, poco dopo, i lavori subirono un nuovo rallentamento fino allo stop definitivo a causa di problemi insorti fra l’impresa e la direzione lavori sia per la mancata esecuzione di ordini di servizio, sia per divergenze su presunte carenze progettuali.
Dopo numerosi solleciti ad accelerare i lavori e svariati sopralluoghi, l’Asl decise di affidare la “patata bollente” ad un legale esterno per la rescissione del contratto.
La scuola dunque, dopo svariate peripezie, attende ancora di aprire i propri battenti o perlomeno, attende che qualcuno li monti insieme a tutto il resto …
Scupola Giovanni Maria
Fonte
www.salutesalento.it
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