La figura del medico, specialmente nel campo ginecologico, sta vivendo una trasformazione epocale. Ne abbiamo parlato con il dottor Giuseppe Lupica, ginecologo esperto in endometriosi, PCOS e amenorree, oltre che divulgatore sui social con oltre 300mila follower. Il dottor Lupica è un esempio di come la medicina possa essere resa accessibile, comprensibile e vicina alle persone, senza mai perdere il rigore scientifico.
Dal piedistallo alla relazione: l’evoluzione del rapporto medico-paziente
“Negli ultimi decenni – racconta Lupica – la figura del medico è cambiata profondamente. In passato il medico era visto quasi come un essere divino, irraggiungibile, mentre oggi siamo professionisti al servizio della comunità. Non c’è più quella distanza reverenziale, ed è giusto così. Il nostro lavoro è importante, ma non più di quello di chi svolge altre professioni con dignità e impegno. Questo cambiamento è il risultato di una società più informata e consapevole, ma anche delle nuove piattaforme di comunicazione, come i social media, che hanno permesso ai medici di entrare direttamente nelle case delle persone”.
Il paziente del XXI secolo: consapevolezza e sfide
La consapevolezza dei pazienti è cresciuta grazie alla divulgazione scientifica, ma il dottor Lupica sottolinea come questo possa essere un’arma a doppio taglio.
“Da un lato è positivo, perché permette a molte persone di riconoscere che certi sintomi non sono normali e vanno approfonditi. Dall’altro, però, a volte si rischia di scontrarsi con una conoscenza superficiale basata su ricerche online poco affidabili. Questo può minare la fiducia nel medico perché, se Google dice A e il medico dice B, allora il medico sbaglia”.
Un esempio concreto riguarda l’endometriosi, una malattia complessa, spesso diagnosticata in ritardo: “Molte pazienti arrivano da me dopo aver letto online che certi dolori mestruali ‘sono normali’. Grazie a una corretta informazione sui social alcune di loro hanno capito che era importante approfondire e hanno finalmente ricevuto la diagnosi giusta. Ma combattere le false informazioni resta una sfida costante”.
L’importanza della divulgazione responsabile
Il dottior Lupica usa i social per spiegare argomenti complessi con un linguaggio semplice, affrontando temi delicati come la gestione dell’endometriosi o la sindrome dell’ovaio policistico: “Divulgare non è solo spiegare, ma anche ascoltare. I social ci permettono di avvicinarci alle persone, ma dobbiamo essere molto attenti a non alimentare false credenze o paure”.
Un messaggio di umiltà e rispetto
Nel concludere, il dottor Lupica ci lascia una riflessione potente: “Ogni lavoro ha la sua dignità e il suo valore. La medicina non rende chi la pratica superiore agli altri, ma comporta una grande responsabilità. Siamo qui per aiutare, non per giudicare o sentirci migliori”.
In un’epoca in cui tutto sembra frenetico l’umanità e la professionalità di medici come il dottor Lupica ci ricordano che la medicina è prima di tutto un incontro tra persone. Con il giusto equilibrio tra empatia e competenza possiamo sperare in una sanità più vicina e rispettosa per tutti.
Matteo Lucio Maiolo
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