Dopo l’ennesimo litigio, la sua signora gli ha imbevuto gli slip di un potente diserbante chimico. Le conseguenze per l’uomo sono state devastanti e si è reso necessario il ricovero in rianimazione … la donna è stata arrestata.
Un tragico errore? Una contaminazione involontaria? Uno scherzo di cattivo gusto? No no, purtroppo molto peggio. Si è trattato di una fredda e diabolica vendetta, messa in atto da una moglie ferita, delusa e arrabbiata che ha spedito il marito dritto in terapia intensiva con una insufficienza respiratoria ed i genitali letteralmente… in decomposizione. Ma analizziamo al dettaglio le informazioni riportate sul Daily Mail, magari condendole con un pizzico di fantasia…
Siamo in Cina e precisamente nella città di Hangzhou, presso la foce del fiume Qiatang. Il tramonto, filtrato dalle tende di una disordinata sala da pranzo, illumina la parete ingiallita di fronte ad un vecchio divano dove il padrone di casa, un cinquantenne di nome Zhang, dopo l’ennesima violenta discussione con la moglie per motivi di gelosia, sfoglia nervosamente il suo giornale. Zhang sembra molto agitato, suda anche se non fa caldo, respira affannosamente e si muove di continuo, come se avvertisse fastidio e stesse scomodo in qualunque posizione. “Devo calmarmi”, pensa tra sé e sé, mentre uno stridulo ed inquisitore monologo della moglie, impegnata a lavare i piatti in cucina, raggiunge inesorabile i suoi padiglioni auricolari. Si gratta anche, Zhang. E lo fa violentemente, soprattutto tra le cosce, nel perineo, sulle natiche. “Forse sono davvero troppo nervoso, non mi sento bene. Devo fare dei respiri profondi e provare a rilassarmi… devo cercare di non sentirla blaterare”. Ma ad un certo punto, le sue condizioni respiratorie peggiorano e l’uomo si rende conto, mentre la sua signora continua con il suo fastidioso e perpetuo ronzio, che qualcosa davvero non va. E che forse non è colpa della moglie. Forse. Chiama così i soccorsi e, di lì a poco, si sente così debole che non ha nemmeno più la forza di muoversi.
Recupera pienamente la coscienza e le sue facoltà intellettive in un reparto di terapia intensiva, il povero Zhang. È confuso, monitorato ed in flebo. Ammaliato da un sublime silenzio, cosa per lui innaturale e del tutto irraggiungibile tra le mura domestiche, cerca subito con lo sguardo la moglie che, infatti, non c’è. Respira molto meglio, ma ha un bruciore persistente nella zona perineale, che a tratti è davvero insopportabile. Attira l’attenzione di un infermiere alle prese con una pompa infusionale difettosa e gli domanda con un filo di voce: “Salve. Cosa mi è successo di preciso?”. Il sanitario, dopo un sorridente ed assertivo “Bentornato tra noi”, allerta gli altri membri dell’equipe. Arriva quindi un medico che, dopo aver studiato in fretta la sua cartella clinica, con fare solenne gli spiega in breveil suo quadro clinico:
“Signor Zhang… lei ha avuto delle difficoltà respiratorie importanti e alcune lesioni perineali piuttosto gravi, sa dirci cosa è successo di preciso?”
E il paziente: “No, dottore… io ero sul divano di casa mia, l’unica lesione che mi viene in mente di aver subito è quella ai timpani per le urla di mia moglie. Cosa mi ha causato tutto questo?”
Il sanitario: “Probabilmente un agente chimico tossico, con cui ha avuto un contatto diretto. Avete cose del genere in casa o in giardino?”.
E Zhang, stupito e cogli occhi sbarrati: “Agente tossico? No, non mi risulta. Di tossico in casa mia c’è solo mia moglie. E come sarebbe avvenuto questo contatto? Dov’è che stava questo veleno?”
Il medico: “Verosimilmente, vista la zona delle lesioni, era nei suoi slip”.
L’uomo, dopo qualche istante necessario alla metabolizzazione dell’intera situazione, sussurra digrignando i denti e fissando con indicibile e mortale cattiveria il vuoto davanti a lui: “Quella vipera blaterante… è stata sicuramente lei”.
I suoi genitali, in pratica, all’arrivo in ospedale, stavano letteralmente andando in putrefazione. Le sue mutande erano infatti imbevute di un diserbante chimico molto potente, chiamato Paraquat. Ma come è possibile? Da dove è arrivato quell’erbicida? Sono davvero fondati i sospetti del povero Zhang verso la congiunta o la sua è stata solo una ‘normale’ esternazione dovuta all’amore/odio coniugale?
Gli investigatori hanno scoperto che lo strambo avvelenamento, che in effetti sa di sadica ed emblematica vendetta, è stato architettato proprio dalla ‘rumorosa’ moglie. Logorata dal sospetto quotidiano che il marito la tradisse, la donna ha infatti ben pensato di inzuppare per benino le mutande del povero Zhang nel diserbante, per poi farle asciugare al sole e riporle con cura nel suo cassetto. L’agente chimico tossico, una volta che l’uomo ha indossato il capo di biancheria, è così filtrato attraverso le sue parti intime, causandogli lesioni importanti, problemi respiratori e rischiando di fatto di ucciderlo.
La polizia di Hangzhou ha così arrestato la moglie di Zhang e ora sta conducendo ulteriori indagini per capire se, oltre alla diabolica manomissione della mutanda e al suo fragoroso sproloquiare, la donna si sia macchiata di altri terribili crimini nei confronti del consorte. La vittima, che ricorderà a lungo il temibile attentato alla sua vita ed alla sua virilità, è stata dimessa dall’ospedale dopo ben tre settimane, di cui due in terapia intensiva. Ora si sta godendo in pace e soprattutto in silenzio, un meritato periodo di riposo.
Alessio Biondino
Fonti: Dailymail.co.uk, ilgiornale.it, Fanpage.it, Leggo.it
Immagine: Torontosun.com
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