Un’iniziativa nuova ed interessante, quella messa in atto nel reparto di Neurologia dell’ospedale di Alessandria: c’è una stanza dove pazienti e personale sanitario possono lasciare i propri pensieri in forma scritta ed addirittura partecipare ad un concorso letterario.
Una stanza dedicata alla scrittura, con diversi slogan e frasi d’effetto sparse qua e là per stimolare le persone a scrivere qualche loro pensiero. Cosa c’è di strano? Nulla, se non ci trovassimo all’interno di un ospedale. Già, perché questo spazio non è stato creato all’interno di una biblioteca o in un centro culturale, bensì al terzo piano del nosocomio di Alessandria, nel reparto di Neurologia.
La “Stanza della scrittura creativa”, questo il suo nome, è nata nel 2013 con l’obiettivo di migliorare la relazione medico-paziente; la medicina narrativa, infatti, così come sintetizzano i portavoce dell’azienda sanitaria, è una metodologia “che si concentra sul ruolo relazionale e terapeutico del racconto dell’esperienza di malattia da parte del paziente e nella condivisione dell’esperienza, attraverso la narrazione, con il medico che lo cura”. Una metodologia “che favorisce una diagnosi efficace”, come evidenzia lo psicologo Antonio Pepoli.
Il tutto è quindi finalizzato ad un migliore outcome per il paziente? Sembra di sì, almeno secondo il dott. Antonio Maconi che sottolinea: “Scrivere aiuta a guarire meglio e più in fretta”. E non è solo lui a dirlo: è stato più volte dimostrato, infatti, che comunicare la malattia sotto forma di narrazione è per il paziente un valido aiuto per stare meglio, per prendere consapevolezza del proprio stato di salute e per affrontare il processo di guarigione. Ma non solo: “raccontare” aiuta anche i professionisti sanitari, impegnati nel processo di cura, a mettersi meglio in relazione coi pazienti.
Con l’obiettivo di incentivare pazienti e personale alla scrittura “creativa”, è stato anche lanciato un concorso letterario dal titolo “Racconta la tua storia”, che ha come presidente lo scrittore e giornalista Roberto Cotroneo. Quest’ultimo, oggi direttore della Scuola di giornalismo della Luiss, ha tenuto pochi giorni fa una “lectio magistralis” su che cosa significa scrivere di sé oggi.
Un chiaro esempio della “narrazione di sé” è stato letto dalla coordinatrice infermieristica dell’unità coronarica della Cardiologia dell’ospedale: si è trattato di una storia scritta da un ragazzo di 28 anni colpito da aritmia cardiaca maligna durante una partita di calcio e che è stato salvato da un medico presente all’evento sportivo. Un racconto pregno dei dubbi e di tutte le fisiologiche paure di un giovane, che purtroppo ha visto la propria vita in pericolo e che non sa cosa aspettarsi dal proprio futuro.
La “Stanza della scrittura creativa” è quindi un luogo dell’anima. Una piccola e serena oasi culturale, incastonata all’interno di un luogo a volte traumatico e spesso poco rassicurante, come quello di un ospedale. Finalizzato ad integrare la medicina narrativa all’interno del piano terapeutico ed assistenziale, per osservarne e valutarne gli effetti nel processo di cura. Un’iniziativa decisamente… affascinante.
Articoli correlati:
Presentazione dell’opera: il nursing narrativo, nuovo approccio al pz. oncologico, una testimonianza
Nursing narrativo. Il MET, Medical Emergency Team e la Shock Room
Nursing narrativo. Laura Binello “Infermieristica tra passato e futuro”…per Nurse Times
Lascia un commento